Al castello
un microracconto di Elio Paoloni
Il bisnonno, amministratore dei Marchesi, prima dell’Unità. I nonni, fino alla vendita al Comune (1909). Lo zio (1946) ma per servizio: Ragioneria. E in Ragioneria è approdata lei, insegnante riciclata per chiusura dell’asilo (1994). Aveva già abitato quei corridoi (1963: prima media).
giudizio: ***1/2
appassionante.
si fa un po’ di fatica ad entrarci ma poi vi prende fino all’ultima riga.
il finale delude un po’, ma nel complesso è senz’altro da leggere.
anzi, direi da non perdere, se non fosse per un lavoro di editing non esattamente perfetto.
Scusa, Snaporaz, non hai davvero niente da fare, eh, oltre a sfottere chi lavora? Scommetto che sei uno sporco capitalista. Un ricco decadente. Puah.
Io avrei anche da fare, Batata (che cavolo di cognome, eh?), ma purtroppo sono entrato qui a Nazione Indiana Due Punto Zero e non ho potuto fare a meno di appassionarmi a questi due microracconti e ho perso tutta la mattina a pensare: ma come faranno? come ci riescono?
Quanto al capitalismo io sarei anche d’accordo con lui, ma lui non ne vuole sapere e mi ha messo tra gli sfruttati, anche se non tra gli ultimissimi.
Dunque sii buono con me.
NOSTALGIA
A Langnau, nell’Emmental, c’era un emporio. Si chiamava Alla città di Parigi. Se questa è una storia?
Peter Bichsel
Hasta la victoria siempre, compagno snap! Scusa, sai, avevo frainteso le tue parole, ma se sei un morto di fame anche tu, siamo amici. Avete capito tutti? Snap è un amico.
Dimenticavo, compagno. Batata è il mio cognome d’arte (scrivo). Siccome scrivo sulle batate (per denunciare il consumo che il tempo impone all’arte) ho pensato di usare questo cognome d’arte metonimico.
hasta, batata.
impiccheremo l’ultimo prete con le budella dell’ultimo re.
cos’è una “batata”?
tovarich snaporaz, inutile qui fare domande e chiedere spiegazioni.
nessuno te le darà.
La batata
La batata (anche nota come patata dolce o patata americana) è una pianta erbacea perenne originaria dell’America centrale. Ha steli rampicanti che possono raggiungere anche i tre metri di lunghezza, foglie a forma di cuore e fiori bianchi e rosa. Venne introdotta in Europa alla fine del 1500, dopo la scoperta del continente americano ed è attualmente coltivata anche in Italia, oltre che nelle zone originarie e in quasi tutte le aree subtropicali. Di questo vegetale si consuma il tubero, che è simile alla normale patata, ma ha un sapore più dolce. Ci sono due tipi di batata, una con tuberi secchi e farinosi, una con tuberi più umidi e ricchi di semi. Oltre al consumo diretto del tubero, la batata viene anche utilizzata per la produzione di fecola (amido) e alcol. Rispetto alla patata, la batata ha un contenuto in carboidrati simile, un apporto minerale, vitaminico e calorico superiore (infatti contiene meno acqua).
[fonte: http://www.albanesi.it]
Visto che i microracconti servono a qualcosa? Ora qualcun altro sa cos’è una batata, oltre a sapere che Giulio Andreotti è gobbo.
Parlando sul serio, i microracconti sono una buonissima idea, e una piccola sfida per lo scrittore invitato a scriverli. E’ anche una buonissima cosa la possibilità di dire cosa si pensa dei microracconti, nel modo che più si preferisce. Questa soltanto è la libertà.
Giulio Andreotti è gobbo?
Tuberodolce, dopo lo spot è lampante che lì ci sta la batteria al litio fornita direttamente da Dio.
@batata
già mi provai in passato a chiedere qui in giro come lo si definirebbe un micro-racconto.
credo sia, se non importante, interessante.
ma per farlo occorrerebbe per l’intanto definire il termine “racconto”.
ma dato che l’esattezza, non-ostante i numerosi calvinisti, qui in NI è considerata sinonimo di noia, nessuno raccolse l’invito.
però questi micro racconti qui, se mi si consente la franchetsa, sono proprio bruttini.