Tre domande a Gore Vidal
di Helena Janeczek, Jacopo Guerriero e Dario Voltolini
Abbiamo fatto pervenire tre domande a Gore Vidal, che gentilmente e tempestivamente ci ha risposto.
Ringraziamo Gore Vidal e la casa editrice Fazi che ci ha messi in contatto con lui.
Ecco qui di seguito il breve scambio epistolare.
Caro Gore Vidal,
vorremmo farle una brevissima intervista (tre punti) da pubblicare sul nostro sito www.nazioneindiana.com. I tre punti sono i seguenti:
1) come giudica la decisione del governo statunitense di prelevare le impronte digitali ai visitatori stranieri?
2) su un quotidiano italiano un intellettuale ha pubblicamente dichiarato che in seguito a tale decisione egli non si recherà negli Stati Uniti come previsto per tenere un suo corso universitario. Come giudica questa presa di posizione?
3) esistono secondo lei soglie oltrepassate le quali una normativa di sicurezza diventa uno strumento di controllo? qual è in questo senso la situazione oggi negli Stati Uniti?
La ringraziamo infinitamente per il tempo che ci ha già dedicato leggendo queste righe. Se accettasse di rispondere alle nostre domande (ovviamente in piena libertà di contenuto e di spazio) sarebbe per noi un grande onore ospitarla sul nostro sito. Le sue risposte verrebbero pubblicate in inglese con traduzione italiana.
Con grande stima
N.I.
1) The Bush administration is conducting an all out war on the rest of the world as well as on US Americans of whom a majority, famously, voted against him in 2000
2) If I were he I would do the same
3) This has nothing to do with security and everything to do with control of the world and its peoples. This is the ouverture – le dernier act est toujours sanglant-
Gore Vidal
– Penso che l’amministrazione Bush stia conducendo ovunque una guerra contro il resto del mondo così come contro i cittadini degli Stati Uniti la cui maggior parte, come è noto, nelle elezioni del 2000 le votò contro.
– Se fossi stato al suo posto mi sarei comportato nello stesso identico modo.
– Questa cosa non ha niente a che fare con la sicurezza nazionale, al contrario è molto legata alla questione del controllo del mondo e dei suoi popoli. Questa non è che l’ouverture – le dernier act est toujours sanglant-.
tre domande a un bagnoschiuma so’ pure troppe…
Ho grande stima di Gore Vidal. Mi chiedo però il senso di queste domande, e fatte poi in questa forma. Si conosce già abbondantemente ciò che pensa Gore Vidal, mentre per chi non sa neanche chi è Gore Vidal, il modo come sono poste le domande e le conseguenti risposte non possono servirgli a capire granché se non che c’è un signore che ha una certa opinione che messa così può valere quanto una altrettanto opposta.
Non ci poteva essere alcun dubbio che le sue risposte sono quelle che sono, così come non ci sarebbero stai dubbi su il tipo di risposta che ci avrebbe dato Bush. Diffido fortemente da questa forma di comunicazione, di questo modo di porre i problemi, che d’altra parte è perfettamente in linea e coerente con la mentalità strategica e comunicativa e manipolativa sapientemente organizzata negli States. Robert Cialdini insegna.
Detto questo sono d’accordo con la risposta numero uno e numero tre del grande Gore Vidal, ma se si utilizzano gli stessi mezzi che usano gli americani per persuaderci di essere nel giusto non otteniamo granché sul piano teleologico né ci rendiamo eticamente differenti da coloro che disapproviamo. Non è la prima volta che chi vuole compiere una rivoluzione contro il potere finisce per sostituirsi al potere riproducendo gli stessi effetti
C’è qualcosa di commovente nelle domande poste dai discepoli al Maestro.
La speranza dei discepoli (non segreta) è che il Maestro dia le risposte auspicate.
Il Maestro capisce.
Le risposte arrivano, in forma oracolare: la forma che si addice a un Maestro.
Alla fine della parabola (un koan?) io – che pure sono contro la guerra, che pure rifiuto la logica dell’imperialismo americano, ecc. ecc. – non riesco a non provare uno sgradevole senso di fastidio.
Non sottilizzerei troppo..grande Vidal!
Non si può, mi sono detta quando ho letto l”intervista”. Non è possibile avere la fortuna di un contatto con vidal e poi venire fuori con una cosa così cacchio!
Ma la mia critica non è malevola. L’intento è lodevole, e l’iniziativa interessante.