Una poesia di Johannes Bobrowski
traduzione di Davide Racca
STAI. PARLA. LA VOCE
Stai. Parla. Non la voce
che cantando,
no. L’altra, che abbatte
l’erba. L’insetto
serra le sue ali
in pieno volo,
fa vorticare una foglia. L’altra
voce: vello di capra, corna,
zoccoli. Cade
la graticola sulla sabbia, la rupe
spacca al suolo.
Voce parlante. Dove paura
fu sepolta, volano
foglie venate
con scheggianti fili, vola
ghiaccio, una mano
lo afferra in volo.
Amore aspro, disperde
con la mano: il disegno,
che non resiste alla pioggia,
si fa pioggia, volando,
si frantuma
contro il vento.
VIENI GIONA
NOI PARLIAMO E PARLIAMO
DI’ A NINIVE
DICI DOMANI DOMANI DOMANI
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STEH. SPRICH. DIE STIMME
Steh. Sprich. Die Stimme
nicht, die singende
nicht. Die andere, die das Gras
niederlegt. Das Insekt
schließt seine Flügel zusammen
mitten im Flug,
wirbelt, ein Blatt. Die andre
Stimme: Wollflies, Gehӧrn,
Klauen. Der Rost
geht auf dem Sand, der Fels
bricht aus dem Grund.
Redende Stimme. Wo Angst
eingegraben war, fliegen
Blätter, geädert
mit splitternden Fäden, Eis
fliegt, eine Hand
fängt es im Flug.
Unwirsch Liebe, verwischt
mit der Hand: die Zeichnung,
die den Regen nicht übersteht,
Regen wird, fliegend,
aufschlägt
gegen den Wind.
JONA KOMM
WIR REDEN UND REDEN
SAG NINIVE
SAG MORGEN MORGEN MORGEN
Non conosco il tedesco, ma nella traduzione italiana suona intensa, per blocchi associativi tra immagini e pensiero in azione… ecco, mi fa pensare a una sequenza da un film di Terrence Malick, quello mi pare lo stile. Comunque bella.
consiglio di leggerla in italiano ma poi leggere in tedesco cercando di ascoltare il suono che forse si perde nella traduzione purtroppo o no?
magnifica, grazie Racca
Per la serie “aguzzate la vista”: nel testo qui sopra appare la beta (β), che andrebbe sostituita con la sz (ß).
Notevole… grazie, Occhio-di-lince. :-)
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