La viltà e il silenzio
di Franco Arminio
Mi sveglio presto in questi giorni. È la testa che si mette a parlare e io non riesco a zittirla. Allora mi alzo, mi metto a scrivere, aspetto che arrivi l’ora per andare all’edicola. Porto con me il foglio dove raccolgo le firme per un petizione sui rifiuti (chi fosse interessato può guardare comunitaprovvisoria.wordpress.com). Parlo con disoccupati a oltranza, barbieri senza clienti, pensionati oziosi o avvizziti, architetti, geometri, impiegati comunali. Parlo, ascolto, mi lascio travolgere da cumuli di parole che si accatastano nelle nostre teste come i rifiuti si accatastano sui marciapiedi.
Stamattina l’edicolante si lamentava del fatto che le altre regioni non hanno dato nessun aiuto. È vero, stiamo assistendo a un comportamento vile. Si dice di voler dare una mano, ma poi si accolgono i rifiuti della Campania a dosi omeopatiche. Non mi pare che gli intellettuali italiani più accreditati abbiano rimproverato i presidenti delle regioni in cui vivono per un comportamento che è oltraggiosa di una carta costituzionale ancora in vigore. Immagino sia una forma di distrazione rispetto alla realtà. Oppure si dà per scontato che l’Italia non esiste e questa dei rifiuti è la prova più clamorosa della sua assenza. Fa un certo effetto vedere come di fronte al fatto che i ragazzi non vanno a scuola a causa dell’immondizia l’unico a indignarsi è Prodi. Indignazione senza risultato, tra l’altro. Non si può spiegare tanta ignavia col fatto che i politici napoletani siano sostanzialmente la prosecuzione della camorra con altri mezzi. Siamo di fronte a un’ulteriore manifestazione di autismo corale. Ognuno è sostanzialmente chiuso nelle sue pratiche. In Campania siamo arrivati a questo punto perché ogni politico, massimo e minore, ha perseguito con grande impegno esclusivamente i propri interessi elettorali. Ma è un atteggiamento che si può estendere anche al mondo della cultura. Nessuno che si lascia coinvolgere più di tanto, magari alla maniera di quello che ha fatto Peter Handke con la Iugoslavia. Sui rifiuti campani il peggio deve ancora arrivare.
E se dovesse scapparci il morto è meglio che chi sta tacendo adesso lo faccia anche dopo.
Ahi serva Italia di dolore ostello
nave sanza nocchiero in gran tempesta
non donna di province ma bordello…
è sempre quell’Italia lì, l’Italia del “particulare”, ma non per cerchi concentrici, dato che di solito il cerchio finisce con la recinzione del giardino di casa (per chi ce l’ha)
l’Italia unita non esiste, non è mai esistita e gli intellettuali sono dei faccendieri di pagine storiche, già vaccinate e sicure.
Amaro. Anche nella vita quotidiana prevale la paura di essere coinvolti. C’è anche questo, la fuga davanti all’altro.
Ma scusate, perchè le altre regioni dovrebbero accogliere i rifiuti, non selezionati, campani? dove sta scritto? per la bella faccia dei campani ( e dell’incolpevole) Prodi dovrebbero bruciare resti che producono diossina? ma per favore. E’ tempo, è l’ora, e ci voleva la monnezza, di assumersi ciascuno le proprie responsabilità. Qualcuno dice che ci scapperò il morto, io dico che ci scapperanno’ i’ morti, e ci scapperà anche un governo, ci scapperà l’Italia intera.
Chi non scapperà è la camorra. E ci credo, starà tremando ( o tramando?) in cerca disoperata di salvare il suo business principale.
Sta a vedere che un libro e la munnezza faranno ciò che non hanno fatto 150 anni
di morti ce ne sono già stati.
a centinaia.
intere famiglie sterminate dal cancro, c’è chi ha perso moglie, padre e sorella nel giro di una settimana.
e poi leggi qualche coglione che ti dice che la munnezza ce la meritiamo, perché tanto noi siamo munnezza e che bisogna smetterla di sodalizzare co’ ‘sti zuzzus
e poi ti vengono pure a chiedere perché te ne stai zitto.
“ti fanno passare pure la voglia di respirare!” diceva uno degli ultimi post sopra i rifiuti.
e il fatto è che dobbiamo lottare prima contro noi stessi, sforzarci di credere che abbia un senso parlare, sforzarsi di immaginarselo tutto diverso ‘sto paese, sforzarsi di credere che magari tutto questo può pure finire. prima o poi. magari. sforzarsi.
Analisi spietata e lucida e come tale destinata a passare inosservata. Però le cose inosservate hanno una potenza, non si consumano, restano, restano, restano.
è vero che in Emilia c’è il 50% di raccolta differenziata e in Campania il 5%?
“Stamattina l’edicolante si lamentava del fatto che le altre regioni non hanno dato nessun aiuto. È vero, stiamo assistendo a un comportamento vile.”
Perché dici questo?
Puglia Abruzzo Sardegna ( e a Soru dei teppisti hanno quasi bruciato la casa) Lazio Emilia-romagna Toscana Molise Sicilia e persino la Lombardia si prenderanno una parte dei rifiuti campani.
E’ fastidiosa questa lagna, quasi trent’anni fa, quando sono andata a Napoli per la prima volta, i napoletani mi hanno portato a vedere i rifiuti che intasavano i vicoli che dalla riviera di Chiaia salivano verso l’alto, ricordo persino la carcassa di una cinquecento. Se sono i napoletani per primi che ti portano a vedere l’immondizia come colore locale e a comprare le borse taroccate prodotte dalla camorra, non c’è tanto da lagnarsi se poi gli altri pensano che non hai fatto abbastanza per evitarla, questa alluvione di immondizia.
Complimenti, Franco.
Sono triste di vedere un disastro ora quasi accettato! Non so si l’Europa puo fare un gesto.
Con il cuore.
Franco,
Come posso firmare la petizione?
Sono d’accordo con te, la Campania è una regione superba, deve essere preservata.
le colpe dei politici napoletani e anche dei cittadini campani sono evidenti e io sono anni che le denuncio.
capisco che chi vive fuori non conosce tante cose che sappiamo noi che viviamo qui.
i quantitativi di rifiuti accettati dalle altre regioni sono risibili.
comunque qui il punto è il silenzio degli intelletuali famosi, quelli che hanno accesso ai grandi media. veramente un silenzio impressionante.
per vv
il sito in cui puoi firmare è indicato nel pezzo.
sabato faremo una grande assemblea a bisaccia.
il mio sogno è che un giorno si formi una grande regione del sud interno, dal pollino alla maiella.
Arminio non ha scritto che i napoletani sono buoni e gli altri sono cattivi. Ma ormai le persone hanno smesso di leggere. E qui non si commenta la lettera del testo. Non lo si fa quasi mai. Questione di sensibilità: la straniera ci batte tutti, è evidente.
In Campania siamo arrivati a questo punto perché ogni politico, massimo e minore, ha perseguito con grande impegno esclusivamente i propri interessi elettorali.
Che equivale a spiegare un bel nulla. Va bene che cumuli d’immondizia a Napoli ce ne sono sempre stati, ma sembra abbastanza evidente che adesso l’immondizia tracima. Qualcuno sa l’esatto perché?
La “straniera”, e te pareva. Se io sono straniera allora che si vuole da me?
“La straniera”?!
[E’ riferito a te, alcor?]
Inoltre, Arminio, se le altre regioni prendono poca immondizia, è anche vero che non c’è provincia o comune campano che non stia dicendo vogliamo solo la nostra e quella del vicino se la gestisca lui.
Insomma, “non nel mio giardino” non mi pare una frase attribuibile solo agli altri, agli stranieri, come ci chiama la tua sostenitrice.
Il punto, con la mia palese mancanza di sensibilità e la mia palese ignoranza di quello che succede in Campania è che se, come tu dici
“ogni politico, massimo e minore, ha perseguito con grande impegno esclusivamente i propri interessi elettorali”
c’è più di quattro gatti che gliel’ha permesso, o no?
Tra l’altro ci sono alcuni piccoli comuni in Campania che questo problema non ce l’hanno perché la gestiscono benissimo, e ce n’è anche uno che ha cominciato a tirarsi su le maniche e a far pulizia, io apprezzo che invece di incendiarla e aspettare, i cittadini comincino a chiedersi, cosa posso fare intanto io.
Quanto al silenzio, a me pare che non si parli d’altro, chi sono quelli di cui volevi sentire la voce e che hanno taciuto?
Si, anfiosso:-)
@ colleoni
io posso raccontarti la situazione senza dati e statistiche, per quello che vede uno che ci vive:
– dal farmacista: “scusi dove posso gettare i medicinali scaduti?”
-il farmacista: “faccia un po’ lei, a noi ci hanno detto di proveddere, ma non ci dicono come, li gettiamo anche noi insieme a tutto il resto”
-dal tabacchi: “scusi, dove posso gettare le pile?”
– idem
un giorno si mobilitarono tutti, vennero i boyscout casa per casa a distribuire dei sacchetti di diverso colore per la differenziata, con tanto di tabella di giorni e orari. tolsero i bidoni dalle strade, ma i nuovi appositi contenitori per la differenziata dovevano essere richiesti al comune da ogni amministratore di condominio.
nel mio palazzo il proprietario di maggioranza è di famiglia camorrista di casal di principe che impedisce la richiesta dei nuovi cassonetti.
alla faccia sua, separiamo e depositiamo comunque come da tabella davanti un alberello sotto casa, invece che nei bidoni, ma poi passa per tutti uno stesso camion, finché neanche quello è passato più.
ma è sempre stato così, per tutto: vogliamo parlare della sanità? da un giorno all’altro hanno chiuso un ospedale efficiente, ristrutturato, funzionante e dirottato tutto verso un altro fatiscente, in condizioni igienico-sanitarie deprecabili. a nulla sono valse le proteste dei cittadini, del personale. lettera morta. i medici protestatari sono stati costretti alle dimissioni.
vogliamo parlare di quando tv e forze dell’ordine intervennero negli scontri tra clan per il traffico della droga? qualche arresto,qualche volante in più, ma i miei amici continuano ancora oggi tranquillamente a rifornirsi nelle stesse palazzine attrezzate di tutto punto, compresi fogli di stagnola a, mi pare, 10 o 20 centesimi l’uno, l’unica differenza è che non possono più farsi là sotto, né fermarsi sulle piazzole di sosta, per evitare controlli, e così è finita che hanno imparato a fumarla mentre guidano.
di cos’altro vogliamo parlare? ah dei molestatori sul treno? del fatto che se sei sfortunata e viaggi ad un’orario in cui i vagoni sono semivuoti devi farti il segno della croce? una volta finita la corsa ho avuto un altro di quei dialoghi surreali con il capotreno:
-scusi ma non passa mai nessuno, che so, neanche per controllare i biglietti? no, perché io non so quanti vagoni ho dovuto cambiare per sfuggire a uno che voleva farsi una sega davanti a me.
-il controllore: no, signorina. hanno tagliato il personale, io non posso muovermi dalla cabina di comando. può solo fare una denuncia e sperare che altri facciano lo stesso e quando le denunce avrenno raggiunto un numero consistente, ancora sperare che qualcuno faccia qualcosa!”
ecco. è questa la campania. ma ‘ste cose ormai le sanno tutti, le hanno già raccontate meglio di me con tanto di dati e di nomi, che ne parliamo a fare?
cara alcor
le discariche non si riescono ad aprire in campania, ma se n’è aperta una roma, nel salotto di vespa.
un diluvio di mezze verità e di intere menzogne. tante parole ma non da chi me le aspettavo.
per esempio: magris si è lamentato col goverantore della sua regione per il rifiuto ai rifiuti campani?
comunque presto ci saranno le cariche della polizia in stile genova e le discariche si faranno
Infatti, anche io credo che il punto vero sia la camorra, ma rivolte, scoperi fiscali, per esempio sulla tassa sull’immondizia, rifiuto ad andare a votare, queste cose clamorose che funzionano, se le si fa in massa, se i cittadini non si lamentano nella solitudine del loro particolare, non si possono fare?
E se non si possono fare, perché? se non perché moltissimi ci mangiano?
A napoli la inadeguatissima Iervolino è stata rieletta con percentuali bulgare, chi diavolo è andata a votarla, mi chiedo?
Se è lì è perchè è stata votata, o mi sbaglio?
Ma certamente mi sbaglio.
non ti sbagli.
mi vado sempre più orientando nel senso di essere uno scrittore comunitario, uno che cerca di parlare anche a nome delle persone che vivono nei suoi luoghi.
mi pare che quasi tutti gli scrittori italiani seguano un’altra strada. con questo non dico che sono stronzi. mi pare semplicemente una strada
in cui ci si ingolfa per piazzare le proprie parole e metterle davanti agli altri, ma poi davanti a queste parole non c’è nessuno, nemmeno chi compra i libri.
con questo abbiamo lasciato napoli e siamo in un’altra storia
@Arminio
non ti avevo letto, e non so se magris ha protestato, non pubblicamente, mi pare.
Ma è questo il punto? le risposte degli altri?
E il punto sono le discariche? nel momento dell’emergenza certamente sì, ma sono un palliativo. I termovalorizzatori o quant’altro di più avanzato, si faranno? i campani li vorranno’? e se verranno fatti a norma, verranno poi anche gestiti come si deve?
La campania, tutta, sarà in grado, passata l’emergenza, di gestire i propri rifiuti?
Parlo in questi giorni con amici napoletani depressi, mi disturba solo che alcuni siano gli stessi che mi spiegavano, tanti anni fa e con un certo compiacimento, perchè a napoli i semafori non sono tutti uguali, ci sono quelli veri e quelli falsi.
E di me, che attraverso sulle strisce, si è sempre molto riso, come se fossi una marziana.
Insomma, l’immondizia è una tragedia e una catastrofe, e adesso va affrontata come tale, ma un tentativo di diventare normali, anche a costo di perdere un po’ della propria affascinante specificità, si potrebbe anche fare.
Ma sono banale e me ne rendo conto da sola, cado anch’io nel bozzetto, non è semplice.
Vespa lo guardo di rado, ma sempre la Gabanelli e ricordo il suo servizio di un anno o due fa sull’immondizia napoletana. Non era ieri, non è la prima emergenza, questa.
Ti rincorro, adesso leggo quello delle 12 e 11, fai bene.
Ah, mi pare di aver capìto: perché i cittadini non fanno la differenziata e l’ASIA si rifiuta di portare via i rifiuti. Giusto?
Arminio ti batti come si batteva Pasolini, ma non servirà. L’italia è perduta e resterà in mano a chi la sta umiliando.
:-(
Angela, non essere triste.
Vivo ALTROVE, al nord, ma napoletana fino all’ultima cellula.
In questi ultimi, giorni sardonici amici e colleghi quanto mai perniciosi mi hanno accolta con osservazioni del tipo “siete davvero la vergogna di Italia…ora ci tocca pure pagarvi l’esercito per pulirvi il sedere”…
La mia risposta, quanto mai perentoria e furiosa non si è fatta attendere:”non siamo la vergogna di Italia…siamo semplicemente il mondezzaio di Italia.
Siamo la discarica di tutte le discariche ormai esaurite!leggete, leggete, documentatevi…”Gomorra”,le inchieste dell’Espresso, qualsivoglia fonte mediatica informazionale che ne parli possibilmente non come qualche leccapiedi di parte”….
La mia constatazione affonda le radici in quello che vivo e comprendo tutti i giorni cioè che che quassu’ si sa poco o nulla o distorto anche perchè fa comodo cosi’.
Non si risolve il problema rifiuti facendo “un poco per uno non fa male a nessuno”….non solo….chiarire che ci hanno intossicato per anni e ne abbiamo adesso polmoni e balle piene!!!!
Altro che ECOBALLE!!!
Balle e basta!!
Le divergenze culturali, la visione unilaterale, a compartimenti stagni, di un problema, di questo problema non aiuta…amaramente mi accorgo che nessuno quassu’, degli “indigeni nordici” riesce a capire veramente le ragioni della la disperazione di chi vive a Pisani, su una discarica che è in realtà una polveriera o di mio padre, invalido, che pur di differenziare raggiunge a quattro km di distanza le campane per vetro e plastica che chissà dove vanno a finire oppure di tutti quelli che hanno cognizione della entità del problema.
Io non mi arrendo e combatto la mia battaglia per la verità , dicendo la mia, rivedicando il rispetto che ci sarebbe dovuto in qualità di parti lese…vittime di liquami e scorie tossiche che qui renderebbero marcescente la salubre aria di montagna ed il cielo terso;cose che un tempo forse sarebbero state anche nostre.
Leggo,osservo,ascolto….
E voglio la verità perchè non posso pensare che i miei genitori si siano macchiati dell’onta di avermi fatta nascere dalla parte sbagliata della barricata, non posso pensare che il divario nel nostro paese sia tale da creare refrattarietà e mancanza di comunicazione in cerchie ristrette di persone, di Italiani!!!!
Forse le cose vanno come vanno perchè manca il confronto, manca la discussione, la destrutturazione di castelli di carte e barriere architettoniche mentali,culturali, politiche, umane che creano il divario ed alimentano la piaga insanabile della incomprensione, della misinformazione dove attecchisce e prolifera la tentacolare abilità manageriale-politica di tutti “i nominati della casa del grande fratello italiano”.
Non so se esiste una soluzione a breve al problema, forse di immediato non c’è nulla se non soluzioni transitorie e di ripiego fino al prossimo capolinea….ma voglio parlarne, sapere, leggere, conoscere, combattere.
Fino alla nausea.
Fino alla fine,combattere perchè bisognia tentare.
Perchè non tentare significherebbe morire, assimilandosi al percolato che nella più rosea delle ipotesi ammorba le nostre terre e annega le nostre voci.
quando penso al silenzio degli intellettuali
penso ai malati terminali
al dubbio o alla certezza che la loro sofferenza dipenda dalle sostanze tossiche di cui è disseminata la campagna.
c’è un abisso non solo tra la politica e la gente
ma anche tra gli intellettuali e la gente,
questa è la penosa verità
Fai bene Arminio a dire quello che dici e a dirlo così bene. Chapeau!
gli italiani trattano napoli come un corpo estraneo.
Arminio dice questo, ma dice anche altro.
IO penso che gli italiani devono avere una grande sciagura, una sciagura veramente grande per tornare uomini e donne.
Non si può spiegare tanta ignavia col fatto che i politici napoletani siano sostanzialmente la prosecuzione della camorra con altri mezzi. Siamo di fronte a un’ulteriore manifestazione di autismo corale. Ognuno è sostanzialmente chiuso nelle sue pratiche. In Campania siamo arrivati a questo punto perché ogni politico, massimo e minore, ha perseguito con grande impegno esclusivamente i propri interessi elettorali. Ma è un atteggiamento che si può estendere anche al mondo della cultura. Nessuno che si lascia coinvolgere più di tanto, magari alla maniera di quello che ha fatto Peter Handke con la Iugoslavia.
In queste poche righe c’è tutto e c’è di più della marea di porcherie che stanno sui giornali e le televisioni.
Bisogna buttare a mare la casta degli scrittori inutili e dare spazio a quelli bravi come Arminio. Ma in letteratura le cose stanno come nella politica, anche se la letteratura non conta niente. Un altra cosa da fare per salvare l’italia è chiudere la televisione per due anni. Cambierebbe tutto, assolutamente tutto e in meglio.
Alcor, ma non è che per caso la “straniera” cui si riferisce Anna sia Véronique, che effettivamente italiana non è?
Anche secondo me si riferiva a Véronique. Annaaaaa a chi ti riferiviiiiiii?
Certo, essere straniera a un paese genera una vista fatta di illusione, ma nuova, perché non radicato nel pensiero storico, il passato della mentalità. Ho letto Gomorra in italiano e anche la traduzione precisa de Vincent Raynaud (si mi rammento bene il nome), mia madre ha scoperto anche il libro in francese, e leggendo il libro, ho capito molte cose a proposito della situazione nel Sud.
Ho letto anche articoli su Republicca e devo dire che il cuore mi è strappato, quando ho visto le foto di Napoli stracolma dall’immondizia.
Ho pensato al giro che ho fatto con un’amica cara, un pomeriggio, nella piazza del Publiscito, un momento dove ho scoperto una città nobile.
Ho letto anche articoli su Ni iniziato da effeffe con un Rebus.
Penso agli napolatani che sono in mezzo dell’immondizia: sono vittime di una situazione da lungo.
La Campania è una regione passionante con ricchezza storica che dovrebbe essere sottolineata: Vesuvio, Napoli con il suo brillante passato,
Irpinia, cantata con talento da Franco Arminio.
Credo che è urgente dare un’immagine bella della regione.
Per rispondere a Alcor: la lagna di Napoli è giustificata.
Bisogna buttare a mare la casta degli scrittori inutili e dare spazio a quelli bravi come Arminio. Ma in letteratura le cose stanno come nella politica, anche se la letteratura non conta niente.
Allora bisogna buttare a mare anche Arminio.
Inutile è tutta la stolta esercitazione retorica su fatti gravi, che le espressioni reboanti non possono certo illuminare. Trovo tutto questo veramente […].
certi commenti dicono solo di quanto l’italia egli italiani siano caduti in basso. Arminio combatte con gli stronzi.
ragazze, (pensieri oziosi sei maschio o femmina?) è ben possibile, se è così è stato un fraintendimento, forse provocato da una improvvisa lievitazione del mio ego, e mi scuso, però anche dire “la straniera” a v.v., non mi piace, chiamare uno “straniero” ha un che di allontanante.
e a v.,v. continuo a pensare che la “lagna” non sia mai giustificata.
altre cose sì.
è il mistero del tragico auto-compiacimento dei napoletani dell’esser napoletani.
il dare della straniera ad alcors, è il rovescio del dirsi reciprocamente e tristemente “paisà”, del fare corpo unico, del solidarizzare napoletanisticamente verso chi napoletano non è e dunque è un po’ fesso.
sono convinto che il gesto estetico di accogliere i rifiuti dei napoletani che hanno fatto alcune regioni, sia solo, comprensibilmente e direi giustamente, simbolico.
sono convinto che se le strade della campania sono invase dalla mondezza, dei campani, la responsabilità sia dei campani stessi, uno per uno, nessuno escluso, e che il problema devono risolverlo da sé.
trovare un posto per le sue deiezioni, per escrementi e rifiuti, è la prima preoccupazione di un gatto, quando lo prendi in casa.
osservare di più il gatto, dovrebbero i campani.
(sono anche convinto che un Paese, cioè un luogo geografico dove più o meno si parla la stessa lingua, non sia tenuto ad essere unito e dovrebbe riconoscerlo quando non è più tale)
Tashego, tu parli di una manera brusca e cattiva.
La Campania è abbandonata, sfruttata: è la sola cosa che capisco.
“La Campania è abbandonata, sfruttata: è la sola cosa che capisco.”
Dissento.
Dissento da questo luogo comune, da questa lagna eterna del napoletano, sul napoletano disgraziato, sulla forbice ineluttabile tra il camorrista e il pescatore che “campa onesto”, eccetera.
I luoghi sono il prodotto della cultura che li abita, per questo sono differenti gli uni dagli altri, se in un luogo c’è la mondezza a montagne per strada le ragioni di ciò sono soprattutto lì, nel luogo di produzione di quella mondezza e del suo mancato smaltimento, quale che sia.
Sono passati più di due secoli dalla mancata Rivoluzione del ’99, l’unico momento di vera rivoluzione liberal-borghese che si sia storicamente dato nel nostro Paese e che dimostra che a Napoli c’erano le menti e i cuori che forse mancavano altrove.
Due secoli sono tanti per seguitare a lamentarsi di Ferdinando.
La Campania possiede risorse come e più di molte altre regioni italiane, se lì la politica è quella che è, se c’è il sistema camorra, se il territorio – bellissimo – è praticamente distrutto dalla speculazione, se c’è disoccupazione e monnezza, la colpa è della cultura di quei luoghi, quindi, in definitiva, dei napoletani.
Dunque non c’è da essere contenti ad essere “napoletani fino all’ultima cellula”.
(Io sono di Roma da non so quante generazioni, eppure non mi sento “romano fino all’ultima cellula” e anche se lo fossi non ne sarei orgoglioso, non ne avrei le ragioni).
La lagna non serve a nulla. Le responsabilità sono di tutti. E se sono di tutti sono anche dei napoletani. Solidarizzo con loro perché sono quelli, oggi, in difficoltà e se posso farò di tutto per dare una mano. Ma questo non esclude che abbiano le loro responsabilità.
Questa Italia ci assomiglia. Anche se noi non vogliamo assomigliarle.
Penso che una regione per essere viva, deve esser aiuta, sviluppata.
Il Sud è spesso lasciato all’abbandono. Perché non, una politica che dà una bell’immagine della regione e dà speranza alla giovinezza. Quando il lavoro interessante si trova nel nord, non è giusto. Perché le case editrice si trovano a Milano o a Roma? (E’ un esempio).
Perché gli intellettuali scappano dal Sud? Perché non trovano lavoro nel Sud.
La Camorra deve essere estirpa e tutta l’Italia è concernata.
Sono passati più di due secoli dalla mancata Rivoluzione del ’99, l’unico momento di vera rivoluzione liberal-borghese che si sia storicamente dato nel nostro Paese e che dimostra che a Napoli c’erano le menti e i cuori che forse mancavano altrove.
Verissimo: credo di saperne qualcosa perché all’epoca (alcuni anni prima e per alcuni anni dopo il bicentenario) lessi un’ottantina di testi in materia.
Ma, appunto, sono tutti morti.
Trovo sconvolgente la monnezza a Napoli. Trovo sconvolgente la valanga di monnezza retorica che si è accumulata sotto questo fiacco e inconcludente intervento. Come al solito, l’unica cosa che importi ai grafomani di turno è trasportare il proprio pacchetto di logore frasacce da una parte all’altra della catastrofe.
Leggo qua e là per blog, sento qua e là discorsi che un tempo mi avrebbero fatto a fettoline il cuore. Non ho mai sopportato di sentir parlar male di Napoli, non so perché. Anzi, lo so perché, perché conosco gli aspetti peggiori della gentaglia del nord, con tutto quello che ha di rivoltantemente preumano e subumano. Nei segni “terrone”, “Napoli=puzza”, etc., riconosco il negativo di un modo di essere e di vivere che è, quello sì, la negazione di dio (dell’uomo, della natura, insomma di quanto di più nobile &c.) eretta a sistema.
Adesso, intravedendo o vedendo i segnali di fumo, l’esasperazione crescente, proprio quando dovrei pensare che si stiano realizzando le peggio aspettative e dovrei sentirmi disperato, provo al contrario solo perplessità e stizza. Ci sono quelli che non sono napolitani e di Napoli per la più parte del tempo se ne fregano che si vergognano di Napoli sommersa dalla monnezza, e pensano Che cosa diranno di noi all’estero? A me non me ne frega niente di quello che diranno, e trovo che chi non ama Napoli, e non capisce l’importanza di questa città per un italiano, non dovrebbe pensarci, né in bene né in male.
Napoli sommersa di monnezza non mi esaspera. Mi esaspera la retorica cialtrona dell’Italia che muore (ma quanto ci mette, ‘sta zoccola?), del combattimento contro gli stronzi (contro la monnezza, semmai — e si tratta di monnezza! Ma non vi sentite ridicoli?), lo scomodamento di nomi come quello di Pasolini (che peraltro nella monnezza e nei rigagnoli puzzolenti sguazzava con voluttà, sia detto per inciso), e poi il quanto siamo caduti in basso signora mia, e La monnezza portiamola a Posillipo (dove già cinque mesi fa la monnezza strabordava esattamente come in tutte le altre zone, sia sempre detto per inciso) e piri piri.
Qui non c’entra un cazzo la civiltà napolitana. C’entra solo quella lì, la monnezza. Anche dove trionfa la cultura, i monumenti si scrostano al sole e risuona il bel parlar gentile la gente mangia, beve, defeca, consuma, crea scarto. Appena saputo dell’emergenza rifiuti m’è tornata in mente una pagina di Rosso antico della Viviani; di quando i comunisti riuscirono a farsi eleggere dalla plebe, per la primissima volta, molto pragmaticamente rifacendo con le proprie mani un tratto di fognatura. Ce n’era bisogno, e loro l’hanno fatto.
Bisogna capire esattamente che cosa ha determinato l’ingorgo, come vi si può porre rimedio e rimuovere tutto lo schifo. E’ una questione solo ed esclusivamente pratica.
nel mio pezzo non ho preso le difese dei napoletani, non avrebbe avuto senso. mi pare che il fuoco del ragionamento fosse un altro.
comunque il mio sogno è una regione del sud interno dal pollino alla maiella. napoli è una delle più belle città del mondo, ma per me è lontanissima.
io nel mio pezzo non ho difeso i napoletani. mi pare che il fuoco fosse un altro.
in questa sede non mi interessa discutere del problema dei rifiuti, ma dell’indifferenza degli intellettuali rispetto al paese in cui vivono.
e se proprio vogliamo parlare di rifiuti. ci sono quelli prodotti dai napoletani di cui i napoletani e i loro politici sono colpevoli
ma ci sono anche i rifiuti portati dal nord, i rifiuti che hanno ucciso tante persone.
sono la sorella di arminio, qiuella che scrive i suoi articoli mentre lui va in giro per i paesi. oggi gli è capitato di passare un paio d’ore con mastella. anche da incontri come questi si perfeziona una disciplina di grande avvenire, la paesologia.
io invece voglio dire a Biondillo e Tashtego
io stessa, più volte, in passato sottolineato le colpe dei campani, sono scappata per disperazione, ma da quando sono tornata e l’ho trovata in questo stato, peggio di come l’avevo lasciata, non me la sono sentita più.
non potete dire a un moribondo “è colpa tua se sei in questo stato”
e di tutto questo non si vede la fine, è una macchina enorme contro cui sembra inutile lottare ma come si fa a fare la guerra contro tutti, fino a bassolino e mastella e compagnia bella, come si fa?
io invidio quei giovani che intervengono qui con speranza e fiducia e voglia di combattere, io a 29 anni mi sento già vecchia e stanca ed ecco spiegata la lagna.
Maria di anni ne ho 42, figurati come mi sento io.
biondillo, allora è giovanissimo, lei a soli 42 anni ha costruito tutto questo: famiglia, lavoro, scrittura, passioni, N.I.2…e cos’altro voleva fare in così poco tempo? per tutto il resto ha altri 42 e altri 42 e quanti altri ne vuole
io alla mia età ho solo tutto a pezzi, e mi sembra troppo tardi per cominciare qualsiasi cosa. l’età, come vede, è veramente relativa…
Come custode del castello di Solza, prendo uno stipendio di statale come un mio qualsiasi collega campano. Qui però la vita costa quasi il doppio: il mercato, la trattoria ecc. In più paghiamo il doppio di riscaldamento perché lì fa meno freddo. La settimana scorsa tornavo a casa col motorino e mi sono dimenticato di allacciare il casco (cosa che faccio sempre, allacciarlo intendo). Il vigile, che peraltro conosco bene, mi ha sequestrato il motorino per un mese e intanto dovrò pagare 164 €. L’unica volta che sono stato a Napoli la cosa che mi ha più colpito è che nessuno portava il casco.
Questa cascata di commenti è un vero cumulo di monnezza.
@ Maria, un consiglio: spàrati.
Intervengo un po’ off topic per non lasciare ultimo il commento precedente al mio che fornisce un consiglio che a mio avviso non dovrebbe mai essere fornito seriamente.
Il nome del cui autore mi ha curiosamente rinvenuto nella memoria il titolo del sesto e ultimo volume della mia vecchia enciclpedia rizzoli degli animali, studiata e ripassata negli anni dell’infanzia. Gli invertebrati: dall’anfiosso all’ameba.
Un saluto caloroso a Maria Valente che sa con il suo cuore e la sua pelle l’esperienza della vita in Campania.
Ha un’ anima sensibile, intelligente: è un “fiume” vivo. E che propone la società italiana a questa giovinezza del Sud? niente.
Maria è giovane e sono nella convinzione che non è la sola a soffrire del deserto che si offre come orrizonte.
La giovinezza del Sud merita un futuro, non la vista di una città strozzata
multo interesante l’articolo de arminio, sempre propositive sulo scenario italianno, bon courage à veronique vergé! et veramente complimenti per questo sito.
emanuel
La tua infanzia deve perdersi nella notte dei tempi, visto il livello di aggiornamento scientifico della tua enciclopedia.
Caro Franco, esprimo apprezzamento per la tua/nostra battaglia di civiltà; anche io come altirpino mi sento più simile ai lucani che ai napoletani; noi la differenziata abbiamo imparato a farla,e anche in poco tempo.
Volevo sottolineare anche un’altra cosa: veronique diceva “la giovinezza del sud merita un futuro”. bene, io dico: la giovinezza del sud merita un futuro..al sud”. parola di nuovo emigrante. E’ il vedere le corsie preferenziali e l’immobilismo che fa perdere la speranza e ti conduce a fare la valigia, molte volte senza volerlo e con rabbia.
Un saluto
Ho dimenticato di ringraziare Franco Arminio…non l’ho fatto nel mio commento-sfogo precedente e me ne duole.
E volevo poi rispondere a quanti hanno contestato-sottolineato-attaccato con veemenza “la lagna ed il compassionevole tragico auto compiacimento” ecc.
Parlo per me….non è nulla di tutto questo.
E’ SOLO RABBIA.RABBIA PURA.
Per lo status quo delle nostre terre e soprattutto per la carente e quanto mai variopinta,poliedrica informazione che va ad alimentare i giudizi di coloro che da lontano osservano il problema vedendo solo…cumuli di monnezza.
Le responsabilità….si vabbè quelle sono di tutti ma c’è anche chi le subisce e soffre come Maria alla quale mando un caro saluto (sono tua coetanea!!!!) e si incazza (come me) perchè vorrebbe un repulisti generale.
Azzerare tutto, mettere fine al mangia mangia (nota quanto mai stonata ma oltremodo vera, in tempi di pattume ad oltranza!).
Credo che un inizio possa davvero essere sancito da letteratura.
Si.Letteratura.Comunicazione.Dibattiti.Informazione e chi più ne ha più ne metta.
Articoli come quello di Franco fanno pensare.Sortiscono lo scopo.
Se in Italia ci fosse più gente che pensa, cercando soluzioni ad ampio raggio,se ci fossero meno divari e soluzioni di continuo tra l’ambito politico e culturale forse chissà……
Senza arrivare a commenti laconici ed offensivi del tipo “tutti questi commenti sono un cumulo di monnezza!”
Post Scriptum
Saluto anche Veronique Vergè.
PS 2.
Nella Napoli del 1799 (per chi ha letto e riletto il bel libro di Enzo Striano “IL RESTO DI NIENTE” ) la voce grossa fu fatta, in primis, da letterati ed uomini di cultura (dico questo accanto a quanto detto in precedenza).
@ anfiosso: perchè affermi ciò, il Branchiostoma lanceolatum ha forse smesso di nutritrsi di microrganismi e detriti? Le sue larve hanno perso le ciglia a causa dell’inquinamento? Tagliati a pezzi muoiono subito invece di dare segni di vita per alcuni giorni? O cos’altro?
Rispettosamente.