Siamo sempre stati separati. Settimo quadro: (dopo pranzo) Il Fronte Popolare

di Sarah Kéryna

traduzione di Andrea Raos

– Allora, vedevi dei movimenti?
Non sapevi cosa succedeva?
– Ah beh, e come no!
Mi dicevo: “Ma cosa c’è stasera!”
“Ma cosa c’è!”

Poi, ero giovane.
Figurati, nel 36, sono nata nel 10, avevo ventisei anni.

Poi, a me faceva paura, mi faceva paura.
Le riunioni di folla, a me fanno paura.

Mi dico: “Ma cosa c’è, poi torno subito a casa.”
Poi sono subito tornata a casa, perché ho paura, quand’è
così, io ho paura.

Allora sono subito tornata a casa.
E poi, a casa c’era Lucien.
Allora gli dico: “Cosa c’è?”
E poi mi dice: “Beh c’è una manifestazione.”
Una manifestazione spontanea, questa poi!
SPONTANEA!
Ti immagini?

– Così, d’un tratto?
– D’un tratto.
Si è propagata di quartiere in quartiere:
“Facciamo sciopero, manifestiamo” e poi puff, tutta Parigi ha
preso fuoco, insomma. È stata una bella cosa, eh.
– Tu occupavi le fabbriche e tutte quelle cose lì?
– Oh beh, no, no! Io non ci lavoravo in fabbrica.
– Ah no! Non lavoravi in fabbrica tu, è vero.
– No, no, no. Lucien ha occupato. Oh sì! ci ha dormito.
– Facevi dei balli popolari, cose così?
– Sì, ci sono stata al ballo. Con il mio cappellino di paglia.
– Con il cappellino di paglia? E ballavi?
– Ah beh certo! Ho ballato, per il Fronte Popolare.
– Doveva essere bella, come atmosfera?
– Ah, era una bella atmosfera.
È sempre bello.
Le riunioni del popolo,
è sempre bello,
è sempre commovente.
È così… al tempo stesso è così triste, capisci.
– È triste perché?
– È triste perché devono sempre finire a fare delle cose così, insomma.
Devono fare cose così, per farsi ascoltare un po’.
Ascoltare UN PO’ perché, tanto ascoltati non lo sono mai,
mai.

– Almeno ci sono state le ferie pagate?
– Ah beh, nel 36 c’è stata un’enorme marea!
Non c’era niente da fare, hanno capito che dovevano solo
stare zitti e dare ciò che reclamavano gli operai.
Hanno capito, eh, tranquilla.
Hanno fiuto.
Si sono detti: “Se non accettiamo, qui finisce male.”
E STAVA PER finire male.
Ah sì! Era tutto pronto, eh. Ah sì!
Lucien aveva la sua brigata.
Insomma, erano tutti pronti.
– Facevano delle azioni?
– Ah beh, era della CGT lui! Era della CGT. La CGT, è sempre lei che è in anticipo, eh, sempre.
Sono sempre stata alla CGT anch’io.
– E nel maggio 68, manifestavi tu?
– Ah sì, beh ho manifestato nel maggio 68! Ma meno che nel 40…, nel 60…, aspetta…

[CGT: Confédération Générale du Travail. Come posizione politica, l’equivalente della CGIL. NdT]

***

Septième tableau: (Après le repas) Le Front Populaire

– Alors, tu voyais des mouvements?
Toi, tu savais pas c’qu’y s’passait?
– Ah ben, tu penses!
Je me disais: “Mais qu’est-ce qu’il y a ce soir!”
“Mais qu’est-ce qu’il y a!”

Puis, j’étais jeune.
Tu penses, en 36, j’suis née en 10, j’avais vingt-six ans.

Puis, ça m’affolait moi, ça m’affolait.
Les rassemblements de foule, moi ça m’affole.

J’me dis: “Mais qu’est-ce qu’il y a, puis j’vais vite rentrer.”
Puis je suis vite rentrée, parce que j’ai peur, quand c’est
comme ça, j’ai peur.

Alors je suis vite rentrée.
Et puis, Lucien était là.

Alors je lui dis: “Qu’est-ce qu’il y a?”
Et puis il me diit: “Ben y a une manifestation.”
Une manifestation spontanée, dis donc!
SPONTANEE!
Tu t’imagines un peu?

– Comme ça, d’un coup?
– D’un coup.
Ca c’est propagé de quartier en quartier:
“On fait grève, on manifeste” et puis, pouf, tout Paris a
flambé, quoi. Ca a été un beau truc, hein.
– T’occupais les usines, tout ça?
– Oh ben, non, non! J’travaillais pas en usine.
– Ah non! Tu travaillais pas en usine, toi, c’est vrai.
– Non, non, non. Lucien a occupé. Oh oui! Il a dormi là-bas.
– Tu faisais des bals populaires, des choses comme ça?
– Oui, j’y ai été au bal. Avec mon chapeau d’paille.
– Avec ton chapeau d’paille? Tu dansais?
– Ah ben oui! J’ai dansé, pour le Front Populaire.
– Ca devait être beau comme ambiance?
– Ah, c’était beau comme ambiance.
C’est toujours beau.
Les réunions du peuple,
c’est toujours beau,
c’est toujours émouvant.
C’est tellement… c’est tellement triste en même temps, tu vois.
– C’est triste pourquoi?
– C’est triste parce qu’il faut qu’ils en arrivent à faire des
trucs come ça, quoi.
Faut qu’ils en arrivent là, pour se faire un peu écouter.
UN PEU écouter parce que, ils sont jamais bien écoutés,
jamais.

– Il y a quand même eu les congés payés?
– Ah ben, en 36 ça a été la grande marée!
Y avait rien à faire, là, ils ont compris qu’ils avaient qu’à
la fermer et donner ce que les ouvriers réclamaient.
Ils ont compris, hein, t’en fais pas.
Ils ont du flair.
Ils se sont dit: “Si on accepte pas, ça va barder.”
Et ça ALLAIT barder.
Ah oui! Tout était prêt, hein. Ah oui!
Lucien avait sa brigade.
Enfin, ils étaient tous prêts.
– Ils faisaient des actions?
– Ah ben, il était cgtiste, lui! Il était à la C.G.T. La C.G.T., c’est toujours elle qui est en avant, hein, tout le temps.
Oui, ah oui!
J’ai toujours été à la C.G.T. aussi moi.
– Et en mai 68 tu manifestais aussi?
– Ah oui, ben j’ai manifesté en mai 68! Mais moins qu’en 40…, qu’en 60…, attends…

Indice

8 COMMENTS

  1. Sì, ci sono stata al ballo. Con il mio cappellino di paglia.
    – Con il cappellino di paglia? E ballavi?
    – Ah beh certo! Ho ballato, per il Fronte Popolare.
    – Doveva essere bella, come atmosfera?
    – Ah, era una bella atmosfera.

    C’est un petit bal musette
    C’est un très gentil caboulot
    Où dansent les midinettes
    Chaque dimanche au bord de l’eau
    Un vieux saxo nostalgique
    Soupire encore une java
    Et toujours sur cette musique
    On tourne tourne à petit pas
    On s’balance sur l’escarpolette
    Et ça fait crier les fillettes
    Dans le petit bal musette
    Dans le très gentils caboulot
    Un peu partout l’amour guette
    On est si bien au bord de l’eau

  2. Andrea, non è che dici due parole su chi è Sarah Kéryna e in che lingua scrive (francese?) a me ignorante e, se è in francese – ma magari è in ungherese – dai un branetto in originale? E’ comunque molto piacevole da leggere, grazie. a.

  3. Grazie Antonio, sono contento che ti piaccia. Sarah è francese (Kéryna è uno pseudonimo); se fosse stata ungherese l’avrei scritta in minuscolo, come ben sai… È nata nel 1970 (credo) e l’originale di questo pezzo, se ho tempo, magari lo aggiungo domani (non l’ho in computer).

    E a proposito, grazie anche a così&come, la canzone è proprio bella. A questo punto conto su di te per il nono quadro, in cui nonna e nipote duettano sulla “Carmen”!

  4. Grazie ad Andrea Raos (per Carmèn, bien sur!) e alle suggestioni che questi testi muovono. “C’est un p’tit bal musette” del 1936 era una canzone molto in voga ai tempi del Fronte Popolare e dei suoi famosi balli e restitusce il sapore di un epoca, anche della sua leggerezza, della grazia malinconica de “L’atalante” di Vigo che scivola lenta sull’acqua, così, nella sospensione fra le due guerre, prima del naufragio, ed era cantata da uno straordinario personaggio Frehel dalla biografia tormentata ed affascinante.

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Andrea Raos
Andrea Raos
andrea raos ha pubblicato discendere il fiume calmo, nel quinto quaderno italiano (milano, crocetti, 1996, a c. di franco buffoni), aspettami, dice. poesie 1992-2002 (roma, pieraldo, 2003), luna velata (marsiglia, cipM – les comptoirs de la nouvelle b.s., 2003), le api migratori (salerno, oèdipus – collana liquid, 2007), AAVV, prosa in prosa (firenze, le lettere, 2009), AAVV, la fisica delle cose. dieci riscritture da lucrezio (roma, giulio perrone editore, 2010), i cani dello chott el-jerid (milano, arcipelago, 2010) e le avventure dell'allegro leprotto e altre storie inospitali (osimo - an, arcipelago itaca, 2017). è presente nel volume àkusma. forme della poesia contemporanea (metauro, 2000). ha curato le antologie chijô no utagoe – il coro temporaneo (tokyo, shichôsha, 2001) e contemporary italian poetry (freeverse editions, 2013). con andrea inglese ha curato le antologie azioni poetiche. nouveaux poètes italiens, in «action poétique», (sett. 2004) e le macchine liriche. sei poeti francesi della contemporaneità, in «nuovi argomenti» (ott.-dic. 2005). sue poesie sono apparse in traduzione francese sulle riviste «le cahier du réfuge» (2002), «if» (2003), «action poétique» (2005), «exit» (2005) e "nioques" (2015); altre, in traduzioni inglese, in "the new review of literature" (vol. 5 no. 2 / spring 2008), "aufgabe" (no. 7, 2008), poetry international, free verse e la rubrica "in translation" della rivista "brooklyn rail". in volume ha tradotto joe ross, strati (con marco giovenale, la camera verde, 2007), ryoko sekiguchi, apparizione (la camera verde, 2009), giuliano mesa (con eric suchere, action poetique, 2010), stephen rodefer, dormendo con la luce accesa (nazione indiana / murene, 2010) e charles reznikoff, olocausto (benway series, 2014). in rivista ha tradotto, tra gli altri, yoshioka minoru, gherasim luca, liliane giraudon, valere novarina, danielle collobert, nanni balestrini, kathleen fraser, robert lax, peter gizzi, bob perelman, antoine volodine, franco fortini e murasaki shikibu.