Juke-Box*/ Jacques Brel

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Amsterdam
Parole e Musica di Jacques Brel

trad. Francesco Forlani

Dans le port d’Amsterdam
y a des marins qui chantent
les rêves qui les hantent
au large d’Amsterdam
dans le port d’Amsterdam
y a des marins qui dorment
comme des oriflammes
le long des berges mornes

Nel porto di Amsterdam
Ci sono marinai che cantano
I sogni che li incantano
Al largo di Amsterdam
Nel porto di Amsterdam
Ci sono marinai che dormono
come rossi stendardi
Lungo gli argini stanchi

dans le port d’Amsterdam
y a des marins qui meurent
pleins de bière et de drames
aux premières lueurs
mais dans le port d’Amsterdam
y a des marins qui naissent
dans la chaleur épaisse
del langueurs océanes

Nel porto di Amsterdam
Ci sono marinai che muoiono
Gonfi di birra e drammi
Ai primi bagliori
Ma nel porto di Amsterdam
Ci sono marinai che nascono
Nel calore grasso
Dei languori oceanici

Dans le port d’Amsterdam
y a des marins qui mangent
sur des nappes trop blanches
des poissons ruisselants
ils vous montrent des dents
à croquer la fortune
à décroisser la lune
à bouffer des haubans
et ça sent la morue
jusque dans le coeur des frites
que leurs grosses mains invitent
à revenir en plus
puis le lèvent en riant
dans un bruit de tempête
referment leur braguette
et sortent en rotant

Nel porto di Amsterdam
Ci sono marinai che mangiano
Su tovaglie troppo bianche
Pesci d’acqua grondanti
Ti fanno vedere denti
Da azzannare la fortuna
Da mordere la luna
Da abbuffarsi di corde
E puzza di merluzzo
Fino al cuore del fritto
Che mani grosse invitano
A tornare ricolme
Poi s’alzano ridendo
In un fracasso di tempesta
Si richiudono la brachetta
E se ne vanno ruttando

Dans le port d’Amsterdam
y a des marins qui dansent
en se frottant le panse
sur la panse des femmes
et ils tournent et ils dansent
comme des soleils crachés
dans le son déchiré
d’un accordéon rance
ils se tordent le cou
pour mieux s’entendre rire
jusqu’à ce que tout à coup
l’accordéon expire
alors le geste grave
alors le regard fier
ils ramènent leur batave
jusqu’n pleine lumière

Nel porto di Amsterdam
Ci sono marinai che ballano
Strofinando la pancia
Sulla pancia delle donne
E girano e ballano
Come dei soli sputati
Nel suono lacerante
Di organetti stonati
A storcere il collo
Per sentire le proprie risa
Finché poi all’improvviso
La fisarmonica spira
Ed ecco che con fare grave
Ed ecco che con lo sguardo fiero
Portano gli Olandesi
Fuori da ogni mistero

Dans le port d’Amsterdam
y a des marins qui boivent
et qui boivent en reboivent
et qui reboivent encore
ils boivent à la santé
des putains d’Amsterdam
de Hambourg ou ailleurs
enfin ils boivent aux dames
qui leur donnent leur joli corps
qui leur donnent leur vertu
pour une pièce en or
et quand ils ont bien bu
se plantent le nez au ciel
se mouchent dans les étoiles
et ils pissent comme je pleure
sur les femmes infidèles

dans le port d’Amsterdam
dans le port d’Amsterdam
Amsterdam

Nel porto di Amsterdam
Ci sono marinai che bevono
E bevono e ribevono
E bevono ancora
Bevono alla salute
Delle puttane di Amsterdam
Di Amburgo e di altre città
Bevono allora alle donne
Che gli offrono corpi aggraziati
Che gli offrono la virtù
Per una moneta d’oro
E quando hanno veramente bevuto
Si piazzano naso al cielo
Se lo soffiano tra le stelle
E pisciano come io piango
Sulle donne infedeli

Nel porto di Amsterdam
Nel porto di Amsterdam

Nota del Humil Traductor su due termini “difficili”

L’oriflamme : Nel Medioevo l’oriflamma dell’abbazia di Saint Denis era lo stendardo francese in tempo di guerra.

Batave: La République batave (in olandese Bataafse Republiek ) (1795 – 1806), nominata Batavie, era una repubblica che inglobava una gran parte del territorio corrispondente agli attuali Paesi Bassi.

3 COMMENTS

  1. caro antonello oriflamma è bellissimo e nello stesso tempo più inaccessibile in italiano. organetto e fisarmonica, la scelta dei due rermini, per intenderci è legata al desiderio di proporre una traduzione cantabile, ovvero in linea con il ritmo e la melodia della canzone, cercando di non “violare” troppo la bellissima parola del poeta Brel. baz e abraz
    effeffe

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francesco forlani
Vive a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman e Il reportage, ha pubblicato diversi libri, in francese e in italiano. Traduttore dal francese, ma anche poeta, cabarettista e performer, è stato autore e interprete di spettacoli teatrali come Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, con cui sono uscite le due antologie Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Corrispondente e reporter, ora è direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Con Andrea Inglese, Giuseppe Schillaci e Giacomo Sartori, ha fondato Le Cartel, il cui manifesto è stato pubblicato su La Revue Littéraire (Léo Scheer, novembre 2016). Conduttore radiofonico insieme a Marco Fedele del programma Cocina Clandestina, su radio GRP, come autore si definisce prepostumo. Opere pubblicate Métromorphoses, Ed. Nicolas Philippe, Parigi 2002 (diritti disponibili per l’Italia) Autoreverse, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2008 (due edizioni) Blu di Prussia, Edizioni La Camera Verde, Roma Chiunque cerca chiunque, pubblicato in proprio, 2011 Il peso del Ciao, L’Arcolaio, Forlì 2012 Parigi, senza passare dal via, Laterza, Roma-Bari 2013 (due edizioni) Note per un libretto delle assenze, Edizioni Quintadicopertina La classe, Edizioni Quintadicopertina Rosso maniero, Edizioni Quintadicopertina, 2014 Il manifesto del comunista dandy, Edizioni Miraggi, Torino 2015 (riedizione) Peli, nella collana diretta dal filosofo Lucio Saviani per Fefé Editore, Roma 2017