La principessa del fiume Xiang

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[Pubblico molto volentieri un’altra poesia cinese classica, che l’amica sinologa Chloe Dallacqua ha tradotto e mi permette di pubblicare: fa sempre parte dei Nove canti; la precedente poesia è apparsa qui e la prima, con notizie sui Nove canti, qui. a.s.]

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di Chloe Dallacqua

Ecco la terza traduzione che ti avevo promesso; la divinità è in questo caso una dea dell’acqua, di un fiume per la precisione, in onore della quale l’innamorato costruisce una dimora tra le onde (le divinità di fiumi e laghi, maschili e femminili, sono ricorrenti nel folklore cinese).

I versi sono sempre ritmati dal suono ansimante – hsi… – che ormai ben conosci, e la presenza di erbe, fiori ed essenze vegetali disorienta e incanta.

La principessa scende – hsi… sulla riva settentrionale; i suoi occhi mi cercano – hsi… pieni di desiderio.

Stormisce piano – hsi… il vento d’autunno, cadono foglie dagli alberi – hsi… sulle onde del lago Dongting.

Osservo ansioso – hsi… fra le erbe fiorite di bianco: al calar del sole – hsi… la mia signora verrà.

Ma forse gli uccelli fanno il nido – hsi… fra le piante acquatiche? A che pro gettare le reti – hsi… sulle cime degli alberi?

Angelica sul fiume Yuan – hsi… orchidee sulla sponda del Li: io penso alla mia signora – hsi…, non oso parlare,

e mi trema il cuore – hsi… mentre guardo lontano – hsi…, oltre il rapido scorrere dell’acqua.

Ma forse un cervo verrebbe a pascolare – hsi… nell’atrio del palazzo? E perché mai un drago – hsi… dovrebbe uscire dall’acqua?

All’alba guido il mio carro – hsi… fino alle secche del fiume,

alla sera – hsi… guado le acque fino alla riva occidentale.

Avverto il richiamo – hsi… della mia signora: cavalcherò senza riposo – hsi… per giungere a lei.

Per lei costruirò una dimora – hsi… nel mezzo dell’acqua, di porpora la farò – hsi… e il tetto sarà di foglie di loto.

Di iris saranno le mura – hsi… di erbe speziate- hsi… profumerà la sala.

Colonne di cassia – hsi… le travi del tetto di orchidee, l’architrave farò di magnolia – hsi… e di fragranze fiorirà l’alcova.

Intreccerò tralci d’edera – hsi… per farne cortine, ciocche di meliloto – hsi… copriranno il pavimento.

Fermagli di giada – hsi…tratterranno le stuoie, e spargerò orchidee – hsi…che esalino profumi.

I paraventi – hsi… di angelica e loto, con tralci di zenzero – hsi… li legherò.

Colmeranno l’atrio – hsi… mille e mille fiori, e fino ai cancelli – hsi… giungerà la loro fragranza.

Per renderle omaggio – hsi… dalle vette dei monti giungono gli spiriti – hsi… come nuvole a frotte.

Ricadono – hsi… le mie maniche nell’acqua; sulla sponda del Li – hsi… abbandono la veste.

Sull’isola del fiume- hsi… raccolgo piante fragranti per lei – hsi… così lontana.

Rara e preziosa – hsi… è la nostra stagione, altro non resta che ancora vagare, – hsi… attendere ancora.

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Antonio Sparzani, vicentino di nascita, nato durante la guerra, ha insegnato fisica per decenni all’Università di Milano. Il suo corso si chiamava Fondamenti della fisica e gli piaceva molto propinarlo agli studenti. Convintosi definitivamente che i saperi dell’uomo non vadano divisi, cerca da anni di riunire alcuni dei numerosi pezzetti nei quali tali saperi sono stati negli ultimi secoli orribilmente divisi. Soprattutto fisica e letteratura. Con questo fine in testa ha scritto Relatività, quante storie – un percorso scientifico-letterario tra relativo e assoluto (Bollati Boringhieri 2003) e ha poi curato, con Giuliano Boccali, il volume Le virtù dell’inerzia (Bollati Boringhieri 2006). Ha curato anche due volumi del fisico Wolfgang Pauli, sempre per Bollati Boringhieri e ha poi tradotto e curato un saggio di Paul K. Feyerabend, Contro l’autonomia, pubblicato presso Mimesis. Ha curato anche il carteggio tra W. Pauli e Carl Gustav Jung, pubblicato da Moretti & Vitali nel 2016. Scrive poesie e raccontini quando non ne può fare a meno.