Le trecento poesie Tang

di Francesca Bertazzoni

[molto volentieri pubblico queste accurate traduzioni di poesia cinese classica da parte di Francesca, che a questi studi ha dedicato fatica e piacere grandi. a.s.]

Le Trecento Poesie Tang (Tangshi sanbai shou) sono una raccolta di componimenti selezionati nel corso del XVIII secolo partendo da un corpus di oltre 50.000 poesie; destinatari della raccolta, i giovani studenti cinesi, dai 10 anni in su. I componimenti furono scelti dai curatori in base a criteri di brevità, efficacia espressiva e facilità di apprendimento mnemonico.

La composizione effettiva delle poesie risale a giusto un millennio prima. La fortuna delle Trecento Poesie Tang in Occidente si spiega con la relativa facilità di traduzione e con il corposo lavoro di critica cinese cui è possibile accedere.

I componimenti costituiscono un esempio eccellente della concisione e della densità di significato consentite dalla lingua cinese.

Il traduttore si confronta con l’estrema semplicità sintattica (l’uso di particelle, parole di funzione e preposizioni è ridotto al minimo) e la notevole complessità semantica: deve rispettare la precisione del significato e al contempo garantire quel tanto di ambiguo, di sospeso in cui in lettore riesca a trovare angoli di se stesso.

L’italiano, sia detto per inciso, non è la lingua migliore per tradurre dal cinese, perché differente nella sua struttura profonda: ed è senz’altro una bella sfida tentare delle traduzioni. Io considero come il tranello più subdolo la difficoltà a rispettare la concisione senza scadere in un ermetismo da scuola elementare e senza scivolare, d’altro canto, nell’utilizzo rococò di tre-quattro aggettivi per rendere una sola parola cinese.

Le poesie sono riprodotte nell’originale per dare un’idea più precisa di quel che si intende con concisione.

L’EREMO DEL PARCO DEI CERVI

Vuota è la montagna – non vedo nessuno

solo odo fantasmi di voci.

Ancora la luce del sole, penetrando nel fitto degli alberi,

si riflette, scintilla sul muschio.

IL RIFUGIO TRA I BAMBÙ

Solo, nella quiete dei folti bambù, pizzico le corde del liuto,

accenno a labbra chiuse la melodia.

Nel bosco, all’insaputa di tutti – sola mi giunge, luminosa, la luna.

IL GIARDINO DELLA VALLE DORATA

La gloria del mondo si dissolve in polvere fragrante.

Scorre l’acqua senza turbarsi ‒ rinasce spontanea l’erba.

Al tramonto, grida d’uccelli nel vento dell’est.

Cadono fiori come lei cadde, gettandosi dalla torre. 1

UNA NOTTE ALL’ANCORA AL PONTE DEGLI ACERI

Cala la luna, gracchia il corvo; il cielo si riempie di brina.

Lanterne di pescatori sul fiume, tra gli alberi: inquieto è il mio sonno.

Dal tempio di Hanshan, fuori Suzhou,

la campana di mezzanotte suona per i passeggeri della barca.

NOTE
  1. si fa riferimento al suicidio di Perla Verde, una concubina che scelse la morte piuttosto che lasciare il proprio amante e cedere ad un importuno, e più potente, corteggiatore.🡅

4 COMMENTS

  1. questa gloria che diventa polvere, ma “fragrante”, con una traccia residua di splendore

  2. articolo molto interessante che permette di scoprire Francesca Bertazzoni e la sua con lei preziosa e opera di traduzione che nel restituire i testi restituisce poesia con/natura. almeno al mio sentire.
    grazie
    paola lovisolo

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