PP
di Laurent Grisel
a cura di Andrea Inglese
Laurent Grisel, classe 1952, è forse uno dei pochi poeti francesi contemporanei, il cui lavoro si pone come esplicitamente e programmaticamente politico. Sarebbe inappropriata per la sua poesia la dicitura “poesia civile”, che rimanda al sogno di una comunità e dei suoi valori condivisi, di cui il poeta si farebbe custode e difensore. La poesia “politica” di Grisel si è formata nello spirito di Brecht, ossia nell’idea che le forme letterarie, nate dall’esercizio di un privilegio sociale e culturale, siano da porre al servizio dell’umanità sfruttata e senza storia. Questa inattualità d’approccio pone Grisel al riparo dalle più facili opzioni delle poesia francese contemporanea: l’opzione umanistica e altisonante che prosegue la lezione di Char e quella anti-umanistica che rinnova la lezione degli avanguardisti di Tel Quel. Grisel va davvero per vie poco battute, ma la sua propensione allegorica gli permette di utilizzare in modo critico e consapevole un ampio patrimonio di forme, in un modo anche più spregiudicato di quanto abbia fatto, qui da noi, un Fortini. In ogni suo componimento – in genere predilige la serie tematicamente organizzata o il pometto –, l’autore concepisce la forma assieme al soggetto, negando così preminenza all’esibizione di uno stile individuale. Poco importa, infatti, ciò che rende inconfondibile la voce dell’autore, in quanto l’autore stesso si concepisce come un apparato di ricezione di voci di volta in volta diverse. E nel suo lavoro, contrariamente a quanto accade per lo più nella poesia contemporanea nostra e d’oltralpe, Grisel si basa anche su materiali documentari più o meno estesi.
“PP (abbreviazione di “polipropilene”) è una serie di quindici testi ispirati al ciclo di vita di questa materia plastica utilizzata nei cruscotti delle automobili, nei raccoglitori, ecc. Questi testi raccontano il ciclo di vita del polipropilene: dall’impianto petrolifero alla fabbricazione del monomero (il propilene), del polimero, dei fogli di PP, all’inceneritore e alla discarica, ecc. I testi di PP si susseguono secondo l’ordine delle tappe del ciclo di vita del polipoprilene e non hanno né inizio né fine: si può iniziarne la lettura da qualsiasi testo.
La versione qui tradotta, Ciclo di vita (4), presenta i quindici testi a partire dai quali si possono comporre n versioni di questo insieme. Una delle versioni possibili di questo insieme, Ciclo di vita (3), è stata pubblicata nella rivista elettronica remue.net (inverno 2005). Un’altra versione, Ciclo di vita (1), è stata pubblicata da “The Saint Ann’ Review” (inverno 2008) nella traduzione di Penny Allen. Uno dei testi, “noi. genia di combustione lenta” è stato pubblicato sul sito www.nazioneindiana.com nella traduzione di Andrea Raos.
PP è stato scritto per l’artista Antoine Perrot.
PP è dedicato a Philippe Osset, a tutti gli amici di Eco-bilan.”
L. G.
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Estrudetemi questo, e passate tra due rulli: placche da tranciare, sogni da tranciare, calandre, fogli da tranciare, gambe da tranciare, cesoie, lame, cesoiate senza grida, senza calore, senz’acqua – e quindi «senza inquinamento delle fonti» (pubblicità del fabbricante). * E abbiamo del pimpante imputrescibile, insensibile all’acqua, all’olio, alle dita grasse – dell’allegro, del chiaro per sempre, rapporti di dominazione resi euforici, eufemistici, un etere che dice cosa? Bene, tutto va bene, lampadari, raccoglitori, archiviazioni eternamente giovani, gialle, grige, azzurre, traslucide – design. * Liscio, chiaro, rigido per sempre, mischiato ai cartoni friabili, alle buc- ce umide, ai legni marcescenti, che tornano carbone, e vapore – alla gravità terrestre – terra – terra nella terra – * terra imprigionata nella terra – dove le radici scaveranno, linee sensibili, affamate – terra ben presto nella terra – terra amata dai vermi – vermi amati dagli uccelli – amati dal cielo – piume e scheletri leggeri che ricadranno morti al suolo verde, nero, bruno, grigio, nero, bianco, giallo. * L’eterno ha il suo punto di fusione: 174°C – legami rotti, atomi liberati, abbandonati al fuoco: C, H danzando una giga fatale, imprevedibile, vortici non calcolabili, non determinati – fiamme gialle, fumi bianchi – * noi, stirpe di combustione lenta – finché viviamo – sappiamo la stranezza di ciò: l’inammissibile stranezza del fuoco. Distruzione dell’uomo come legame, l’orrore d’ essere ridotti ad atomi danzanti. * Vapore greve, carico di quali polveri, metalli, pene, pianti, e che ricade in goccioline iridate, calore perso, veleni al vento, occasioni mancate, pene perdute, smarrite nell’aria e sulla terra – * C nei fumi, trascinato al cielo, invisibile ad occhio nudo, presto concentrato sino a 450 ppm? Oceano acido, correnti mutevoli, che rallentano – permafrost che sgela, rilascia metano – e noi, trascinati via. * Poco, pochissimo s’ammucchia, discende. Di cui poco, pochissimo si ricompone in gas, olio, carbone, bitumi. Di cui poco, pochissimo rimane intrappolato sotto il manto. Cumulo di milioni d’anni. I cinghiali vi si rotolano, di generazione in generazione, per uccidere i parassiti. Torce inutili, uomini fradici, neri d’olio, dritti, luccicanti, al lavoro. * L’indipendenza, Mossadegh, soffocata nel sangue e la tristezza. E la tristezza. “Rivolta popolare contro il patriota”, il “populista” – non conta il paese, l’ora, il nome – non contano i morti – “colpi di Stato”, “conflitti etnici” – sofferenze non calcolate, storie raccontate e ripetute, manipolate fino alla nausea. Impersonale, inumano. Grida in qualsiasi lingua. * Nello steamcracker – fabbrica alta, tubature illuminate di notte – introdurre nafta o qualunque altra lunga catena di carbone – il vapore l’attende, da 5 a 600 gradi Celsius – non si vede nulla... * Incidenti non ce ne sono, nel trasporto del propilene – o quasi ma il campeggio di Los Alfaquès – a San Carlos de la Rápita, Costa Brava, Spagna – l’11 luglio 1978, verso le 14.30, un camion carico di 23,5 tonnellate invece delle 19 consentite, ecc. proiettato in pezzi a 300 metri – in dieci secondi una palla di fuoco, alta forse 100 metri, 100 morti subito, abiti in fiamme, nuotatori ustionati sotto la cascata, serbatoi d’auto turistiche e bombole di gas: bombe secondarie, 67 persone ustionate per sempre – si è appresa la lezione: leggi, norme tecniche, controlli – questo, la tecnica, invisibile, inosservato, ma molto rumorosa, la retorica: una data e un nome citati tra virgolette – e delle cifre inesatte, 150 morti, perché no?, ce ne furono 217 alla fine, butano al posto del propilene, ecc. – inscenare un dramma. * Senza catalizzatore non si potrebbero assemblare le molecole di propilene: C3 e H6– 9 atomi non liberi, semplicemente o doppiamente vincolati, violenza estrema, energia che noi preferiamo ignorare nella nostra, più propria, materia. Vita e non vita, legamento e scioglimento. Resa: da 60 a 80 gradi Celsius, 35 tonnellate di PP ogni chilo. * PP, propilene, C3H6 ma guardate com’è assemblato. atattico: in disordine CH3 da una parte all’altra della catena C arbonioso – risultato: in reticolo. Isotattico: in ordine, CH3 ben disposti, tutti dalla stessa parte della catena C: un cristallo, ah – * E gloria agli ingenieri che trovarono – oh trovatori – il catalizzatore che assembla iso- e atattici in co- polimeri in sequenza, iso- e atattici susseguentesi sulla lunga catena, gomitolo or- e disordinato. * Estrudetemi questo, e passate tra [ecc.]
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Nota bio-bibliografica.
Nato nel 1952 a Boulogne-Billancourt. Lavora per sei anni come operaio nella periferia parigina poi nella regione di Dunkerque. Per nove anni è reponsabile nazionale di un’associazione di consumatori, Dal 1992 al 2001 è consulente ambientale. Oggi dedica la maggior parte del suo tempo alla scrittura.
Poesia
Poèmes brefs, poèmes faciles à lire, Plein Chant éd., Bassac; Du Lérot éd., Tusson, 1985.
La Nasse, Die Reuse, La Nassa, The Fishtrap (testo originale e traduzioni in tedesco di Rüdiger Fischer, in italiano di Fabio Scotto, e in inglese di Cid Corman), Éditions en Forêt, Rimbach, 2002.
S’en sauver,Wigwam éd., Rennes, 2002.
Qui ne disent mot, nella rivista “Triages”, Anthologie 2005, Tarabuste éditeur, Saint-Benoît-du-Sault, aprile 2005.
Bestiaire corse, (disegni e impaginazione di Benoît Jacques), Benoît Jacques Books, Montigny-sur-Loing, février 2006.
Sito Internet
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[L’articolo è tratto dal n° 43 (II semestre 2010) di “Testo a fronte”]
l’idea della serie e il proposito mi paiono eccellenti, ma i testi (nella loro traduzione…) un po’ deludenti.
Il risultato di assonanza tra il formarsi del componimento poetico e quello del prolipropilene – o meglio, con il processo calderaio e ultratecnologico che possiamo immaginare permetta il formarsi del prolipropilene – prende in sé la dispersione, la babele tanto fonetica e lessicale quanto sociale e culturale di uno stato di crisi tanto interiore quanto esteriore.
Di solito gli sperimentatori, gli innovatori, mi puzzano di dilettentesco con la licenza self-made di vantare per espressionisticamente “vero” nient’altro che una lallazione non informale ma volutamente deformata fino alla demenza.
Invece questa serie di componimenti l’ho trovata convincente ed efficiente e di forte impatto estetico e emotivo. E neanche sapevo che esistesse, un Laurent Grisel!
Un saluto,
Antonio Coda
bene, coerente e teso
questa sì che è una scoperta.
(Andrea + Andrea che Giove vi benedica)
andrea ingle’.
laurent grisel.