Sud: avant la fin
Carissimi, da oggi pubblicherò qui su NI tutti i materiali che formeranno il numero 15 di Sud. Si tratta dell’ultimo numero di un progetto a cui ho avuto l’onore e la gioia di dedicare diversi anni della mia vita. Il tema sarà quello dell’Unità d’Italia (15 + 0) revisited. Le riviste sono fatte così. Nascono, muoiono. Salvo poi rinascere ancora, ritrovando la stessa energia e la voglia che sembravano andate perdute. In questa prima puntata leggerete l’editoriale di Nora Puntillo cui seguirà tra qualche giorno il mio, mentre l’ immagine che lo accompagna è della giovane Marialuna Maresca che fa con noi il suo esordio effeffe
EDITORIALE PER SUD 15 + 0
di
Eleonora Puntillo
Niente bandiera bianca. E nemmeno rampogne o lamentazioni sulla condizione della cultura, sulla mancanza di fondi, sulla difficoltà di mantenere una rivista, sui costi di stampa e distribuzione, sulle spese di spedizione, sull’editoria in crisi. S’è detto già tutto, le parole non hanno più senso.
Perciò questo quindicesimo numero lo dichiariamo ultimo con dispiacere ma convinti di aver avuto un ruolo forse nemmeno tanto modesto quando abbiamo riempito le nostre alte colonne tipografiche di parole e segni.
Non è una resa, dunque, ma un guardare oltre, tra l’altro contenti che il nostro SUD abbia saputo sopravvivere parecchio alle ringhiose invettive di chi non altrimenti riusciva a rammaricare di non averci pensato prima.
Eppure di occasioni per ricominciare (cioè non rievocare e rimpiangere, ma esaltare e proseguire) ce n’erano state sotto gli occhi di tutti: nel 1991 in Castel Sant’Elmo la bella rassegna “Fuori dall’Ombra – nuove tendenze nelle arti a Napoli dal ’45 al ‘65” aveva dedicato parecchie bacheche di documentazione al SUD di Pasquale Prunas, ai suoi contenuti e a tutto il mondo artistico e letterario che si aggregò e crebbe intorno, a partire dal 1945 per sette numeri (tre dei quali doppi) fino al settembre del 1947. Il ricco catalogo, poi, recava parecchie pagine sulla nascita e il ruolo della rivista, sui contenuti di grande novità letteraria napoletana, italiana ed straniera; e anche sull’innovazione nell’uso delle immagini (tutte del fotografo Antonio Grassi) e sul “Gruppo Sud di pittura” che radunò artisti visivi decisi anch’essi ad aprirsi al nuovo che veniva dall’Europa, e con esso a gareggiare alla pari.
“Cultura non è casta” diceva il titolo dell’ultimo editoriale di SUD in prima pagina, cui faceva eco l’altro ancor più fumante sull’ultima: “qui il mare è anche una latrina”: sfidiamo chiunque a smentire che non siano titoli degni dell’oggi. In ogni senso.
Nel 1994 poi Giovanni Di Costanzo con la casa editrice Palomar (non napoletana, particolare significativo) riportò alla luce in copie anastatiche i sette numeri di SUD, accompagnati dalla lettera che a Renata Prunas aveva scritto Anna Maria Ortese riconoscendo al fratello Pasquale, a quegli anni, a quegli entusiasmi “rivoluzionari”, a quell’uragano di novità, il suo debito letterario.
Nel maggio 2003, dal gruppo radunato da Francesco Forlani, partì la sfida con un nuovo insediamento nella Nunziatella, dove SUD era nato mezzo secolo prima per iniziativa del figlio del preside-comandante, il colonnello Oliviero Prunas pacifista in divisa, letterato e scrittore apprezzato da Piero Gobetti. Il presidente dell’Associazione ex Allievi della antica scuola militare, Giuseppe Catenacci, assumeva il compito di far da tramite con la Nunziatella di mezzo secolo dopo mentre Renata Prunas insieme a Piero Berengo Gardin curava le pagine dell’Archivio Sud dedicate ad articoli ed inediti di quella prima gloriosa avventura ; accanto agli scritti di giovani esordienti, di nomi nuovi o consolidati sul piano internazionale, hanno trovato infatti posto anche significative vicende storiche svoltesi fra quelle mura sulla collina di Pizzofalcone, recuperate dagli archivi e dai ricordi.
Il numero Zero del nuovo SUD fu ospitato fra le pagine de Il Mattino, ed ebbe il beneaugurate viatico di alcuni protagonisti del primo, come Antonio Ghirelli, Renato De Fusco, Armando De Stefano, Carla de Riso.
C’è infine un ulteriore motivo di soddisfazione nell’impresa che dichiariamo conclusa, ed è l’aver fatto rientrare il nome dei Prunas nella Nunziatella, da dove, racconta Renata Prunas, all’indomani del trionfo Dc e destre col voto del 18 aprile 1948 “fummo brutalmente sfrattati da un giorno all’altro, mio padre già in congedo, con l’accusa di intendercela con i comunisti”.
La rivista ha ospitato firme quali Mariano Bàino, Andrea Camilleri, Marco Giovenale, Vito Riviello, Esteban Buch, Sylvano Bussotti, Ennio Cavalli, Fernando Arrabal,Philippe Pogam, Paolo Graziano, Biagio Cepollaro,Luigi Esposito, Ornela Vorpsi,Lucio Saviani, Giuseppe Catenacci, Mario Bernardi, Pasquale Panella, Béatrice Commengé, Alain Danielou, Orfeo Soldati, Dominique Delcourt, Erri De Luca, Eugenio Barba, Luis De Pablo, Petr Král, Milan Kundera, Jean-Claude Izzo,Giorgio Mascitelli, Milena Prisco, Giuseppe Schillaci,Francesco Pecoraro, Roberto Masotti, José Muñoz, Stefania Nardini, Marco Palasciano, Matteo Palumbo, Silvio Perrella, Felice Piemontese, Martina Mazzacurati, Paolo Mastroianni, Lakis Proguidis, Roberto Saviano, Domenico Scarpa, Giancarlo Alfano,Silvia Tessitore, Piero Cademartori, Helena Janeczek, Antonello Sparzani, Gianni Scognamiglio, Stefano Gallerani,Jean Claude Michèa, Wu Ming, Livio Borriello, Ade Zeno, Carmine Vitale, Margherita Remotti, Saul Bellow, Domenico Pinto, Yasmina Khadra,Francesco Marotta, Adriano Padua, Massimo Rizzante, Andrea Inglese, Alexandra Petrova, Keith Botsford, Roger Salloch, Philippe Schlienger, Roberta Roger Della Volpe, Luca Anzani,Davide Racca, Raffaella Nappo, Antonio Ruffo, Laura Lecce, Vedova Mazzei, Viola Amarelli,Claudio Franchi, Paolo Trama, Gabriella Giordano, Davide Vargas, Ingo Schulze, louis Sclavis, Ernest Pignon-Ernest,Peter Handke…
Dal numero 10 fino al suo ultimo numero in corso, le illustrazioni di copertina di Sud sono state realizzate da Andrea Pedrazzini. Il progetto grafico della rivista è di Marco de Luca”.
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commosso e onorato averne fatto parte
anche nell’uscita la classe di Sud non si discute
grazie davvero
c.
siamo pronti a rinascere, Frà.
è stato un bel viaggio.
mrktl
Perché non realizzarne una edizione digitale? Potrebbe avere una diffusione più ampia e raccogliere soldi veri, a parità di costi redazionali.
Di Sud ricordo purtroppo la difficoltà di riceverlo per posta, visto che arrivava come pacco e se non ero in casa per ill portalettere mi toccava andare all’ufficio postale distante 7 Km.
Molto volentieri, cari Eleonora e Francesco, lascio qui un segno per dire quanto preziosa mi era parsa l’esperienza di Sud, quando Francesco me l’aveva fatto conoscere, permettendomi poi anche di pubblicare qualche mia traduzione, come quella sull’ultimo numero uscito, il 14, di un testo di Arrabal su Beckett, che davvero credo valesse la pena di far conoscere a un pubblico più vasto.
Apprezzo molto questo modo di chiudere senza rammarichi e senza recriminazioni perché credo possa preludere a nuove analoghe e almeno altrettanto intense esperienze editoriali.
Non trascurerei tra l’altro il suggerimento di Jan, qua sopra. A tutti comunque grazie e en avant!
Da collaboratore seppur sporadico un commiato a una rivista di grande eleganza nello stile grafico e culturale. Penso che ne sentieremo la mancanza
nulla finisce, tutto si trasforma. questo si sa. aspettiamo quieti la rinascita. onorata e grata di essere parte di voi, di noi.
un abbraccio a Francesco e a tutta la redazione, e due link sudisti:
http://www.cythere-critique.com/Sud5.html
e
http://www.cythere-critique.com/sudnumero5.html
anche secondo me non finisce qui: ci fu “paso doble”, c’è stato “sud”, ci sarà qualcos’altro.
ad maiora!
sud certo era una rivista, ma sopratutto era un’avventura: tutto cominciava con Furlenza che mi telefonava giovedì dicendomi: Iglesia, andiamo in stampa sabato: hai pronto il pezzo? Quale pezzo? Dài Iglesia, che c’è già su un saggio di Proughidis, una satira di Rizzante, una poesia di Cepollaro, una traduzione di… e quindi Sud era un meteorite letterario, che di tanto in tanto sfondava lo spazio-tempo dei normali progetti, e tutto veniva messo tra parentesi perché c’era il pezzo di Sud da scrivere: da inventare di sana pianta, come fossi un reporter, al quale il new york times intima in due ore il pezzo sulla morte di Gheddafi: non c’era miglior modo per fare una rivista inattuale e europea come Sud.
spiace sapere che finisce, per ora… si spera – comunque e sempre – che finisca con questa bella consapevolezza: finirla senza finire.
Caro Francesco,
Grazie anche da parte mia per l’attenzione e la generosità.
Raramente sono stato così contento di andare a cercare dove fossi finito come nei momenti in cui prendevo in mano le pagine di “Sud”. E’ stato un onore.
Un saluto.
Sud se ne va… E’ una parte del mio amore per Napoli che ormai fa parte della nostalgia. Era un’avventura bellissima. Mi ricordo ancora un numero dedicato alla poesia femminile. Grazie per mi aver fatto sognare…e riflettere anche.
Cela fait du bien d’apprendre que finalement quelque chose meurt réellement dans ce monde de zombies, de revenants et de vampires.
Parce que seul qui meurt aura droit à la résurrection un jour.
Lakis Proguidis dixit.