Quando parliamo di ebook non dimentichiamoci gli scrittori
di Virginia Fiume
(d’accordo con Francesco Forlani, ritengo utile dare voce e riprendere qui un articolo pubblicato da Virginia Fiume sul suo blog, e poi rifiutatole da un quotidiano on-line. a.s.)
Si svolge in questi giorni il Salone del Libro, a cui purtroppo non posso partecipare. Giovedì ho proposto un pezzo a un quotidiano on-line, che però non lo ha ritenuto abbastanza interessante per la pubblicazione. Siccome molte persone sono state coinvolte nella creazione di questo lavoro, immaginato per un pubblico di non addetti ai lavori, ho deciso di pubblicarlo qui, in una piccola operazione di “self publishing” in senso lato. E’ nato grazie al prezioso contributo del collettivo Ledita. È stato attraverso di loro che nel novembre del 2011 ho iniziato a interessarmi di “letteratura digitale” e di un mondo in cui troppo spesso mi pare ci si concentri sui metodi di lettura, sulle tecnologie, sulle dimensioni del mercato, ma non si guarda al processo creativo che dà vita a queste opere letterarie.
La venticinquesima edizione del Salone del Libro di Torino ha come filo conduttore il titolo Primavera digitale.
Il programma vede un fitto susseguirsi di appuntamenti sugli ebook, sui nuovi ritrovati della tecnologia per la lettura digitale e tavole rotonde sul rapporto tra lettura, scrittura e nuovi media. Eventi che per lo più si svolgono presso Book to the future, l’area del Padiglione 2 interamente dedicata all’editoria digitale. Ma di cosa parliamo quando discutiamo di mercato editoriale digitale? Come editori e autori approcciano la scrittura con le possibilità aperte dall’ebook?
A gennaio 2012 Antonio Tombolini, fondatore della piattaforma di distribuzione STEALTH, tracciava sul suo blog un quadro del mercato italiano nel mese di novembre 2011: una fetta di vendite pari a 3,7 milioni di euro, lo 0,3% del mercato totale.
Maria Cecilia Averame, fondatrice e responsabile editoriale della casa editrice digitale Quintadicopertina, ha organizzato per il Salone del libro di Torino l’evento Surf publishing – Everything can support writing (13 maggio, ore 14.00). Nell’incontro si ragionerà su come la scrittura possa essere sviluppata su qualunque supporto e sul fatto che “digitale” e “tradizionale” non sono due alternative, ma forme di uno stesso processo. “Ogni autore approccia l’ebook in modo diverso” spiega Averame “per esempio nella nostra collana Polistorie gli scrittori utilizzano tutte le possibilità, corredando i testi con link, video, finali aperti in cui è il lettore a scegliere quale filone seguire. Nel progetto Abbonamento allo scrittore, invece, gli autori si impegnano a scrivere quattro ebook in un anno. E il percorso di questi testi nasce dall’incontro con i lettori”.
All’incontro sul Surf Publishing di Quintadicopertina partecipa anche lo scrittore Francesco Forlani. Forlani ultimamente sta lavorando al progetto T-book, magliette letterarie ispirate alle famose “parole di cotone” degli anni ’90. Questa volta chi compra la maglietta troverà stampato un riquadro col codice QR, “scannerizzandolo” con uno smartphone sarà possibile accedere a un testo narrativo o poetico. “Non puoi buttare nell’acqua chi non sa nuotare. Ma ci sono scrittori e persone che si divertono e trovano naturale l’utilizzo di ogni tipo di supporto, dal blog, alle magliette, alla carta. Trovo molto noioso e patetico quando gli scrittori e gli editori ripetono che in Italia scrivono in troppi. E’ un discorso che a me ricorda certi amici che mi venivano a trovare a Parigi e osservando i boulevard affermavano “peccato per tutti questi turisti italiani” e io usavo rispondere “eccone uno proprio davanti a me”.
Il guadagno, in termini di diritti d’autore, per gli scrittori di libri digitali è ancora ridotto. E anche il dibattito sul prezzo giusto degli ebook è ancora aperto. Riportiamo un estratto di un intervento di Giuseppe Granieri, direttore editoriale di un’altra casa editrice digitale, la 40k, parte di una piattaforma internazionale: “A guardare il mercato — e gli standard che sta trovando — un romanzo dovrebbe uscire con un prezzo tra 6.99 e 9.99 €. Prezzi così bassi — considerando l’anomalia europea dell’IVA sugli ebook, al 21% in Italia — sono sostenibili se una parte dei ricavi deriva anche dalle vendite su carta. Se pubblichi solo in digitale il margine per gli autori e per mantenere l’organizzazione degli editori diventa sostenibile solo postulando un numero molto maggiore di copie vendute. E il mercato non è destinato a crescere in proporzioni tali da giustificare l’ipotesi secondo cui tutti i titoli venderanno il doppio o il triplo delle copie.”
Chiude questa panoramica Arturo Robertazzi, blogger e autore nel 2011 con la casa editrice Aìsara del romanzo Zagreb. A questo Salone del libro ha presentato eZagreb, laversione digitale, arricchita con link, video, materiali d’archivio: “Zagreb è un romanzo calato nella realtà storica delle guerre della ex Jugoslavia, da cui tutti i riferimenti spaziotemporali (a parte il titolo) sono stati rimossi per scelta narrativa. Zagreb quindi si presta benissimo alla realizzazione di un eBook che sveli i punti di incontro tra racconto e Storia e, al contempo, indichi, tra le sue pagine digitali, un percorso di studio delle guerre jugoslave”. E Robertazzi, che di mestiere fa il chimico, supera con sincerità disarmante la questione dei compensi: “La maggior parte degli autori guadagna poco dal cartaceo e forse ancora meno dal digitale. Ma un autore dovrebbe concentrarsi (anche) sul digitale perché i tempi in cui viviamo lo richiedono. Se un autore oggi non sperimenta nel digitale non è né testimone né espressione dei suoi tempi.”
Grazie mille! e spero che nel vostro spazio si apra un discorso sulla scrittura e il formato ebook.
Ciao Virginia,
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Ciao Jan
[…] libro che ho letto Ezagreb, di Arturo Robertazzi. Ne avevo parlato in termini analitici, per raccontare il rapporto tra scrittori e ebook. Ma volevo leggere e navigare un romanzo […]