Economia domestica

di Andrea Amerio
(per proseguire la collaborazione con Il Primo Amore.)
Dove sono stato tutto questo tempo? In esilio, ovvio. Dove? A Malta, uno sputazzo bollente nel Mediterraneo. Che cosa ho fatto? Ma quello che di solito fanno tutti gli umanisti esiliati nel cuore del Mediterraneo: studiare gli strumenti finanziari.
Sì lo so, lo spettacolo è nauseante, ma bisogna farsi forza.

Leggevo tra le notizie di giovedì 22 novembre 2012 che, dopo le pressioni dei grandi istituti di credito italiani, il governo tecnico ha deliberato: niente imposta sui derivati. Lo Stato incasserà 100 milioni di euro invece del miliardo previsto. Perché? Cercherò di spiegare perché mi pare si tratti di una mossa poco “tecnica” e molto ideologica, aspetto forse marginale ma non trascurabile di una lotta sotterranea tra poteri economici, politica e governo che, stando a quanto leggevo su “Il fatto”. “Non non è ancora affiorata nel pubblico dibattito: quella che si sta giocando attorno alla Tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf)”. Che, chi sappiamo, l’inossidabile, ha definito “ridicola”.
[Il testo prosegue su Il Primo Amore: per continuare a leggere clicca qui.]

2 COMMENTS

  1. quando esattamente siamo diventati così abbietti da eccitarci al rialzo dei pronti contro termine o dei future sul brent?fino a qualche decennio fa in casa l’unica rivista con cui potevamo poteva cullare i nostri sogni laschi di riscatto,al di fuori da quelli garantiti dalla Sisal, era quella dei punti miralanza(e tra parentesi chi poteva dirsi non innamorato dell’olandesina).in un cartello per l’inversione almeno parziale del senso di marcia la risposta ai nostri peana

    http://www.youtube.com/watch?v=Oy81Cl3ZUNw

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