La guerra in corso
di Antonio Moresco
Per un bisogno di chiarezza personale dopo le criminalizzazioni, le distorsioni, le disinformazioni e i linciaggi che ci sono stati all’uscita del libro collettivo “Scrivere sul fronte occidentale” e di un mio scritto che vi era contenuto, sento la necessità di dire che, in questo momento, nessuna considerazione, nessuno sforzo di comprendere e di tenere dentro tutta la complessità e la libertà delle forze che agiscono nella vita e nel mondo, nessuna insofferenza per le astrazioni e le semplificazioni mi può far apparire meno orribile, ignobile e inaccettabile la guerra in corso.
Unilateralmente calcolata e scatenata a freddo dall’amministrazione Bush e dal blocco economico-politico di cui è espressione, col piccolo codazzo di paesi foraggiati o in vario modo asserviti, in attesa delle briciole che forse cadranno dalla tavola del padrone. Ipocrisia, mistificazione e arroganza non riescono a nascondere la vera natura di questa guerra e di un uso così sproporzionato della supremazia tecnologica e militare. L’eliminazione del piccolo, impresentabile, sanguinario tiranno irakeno (scelto non a caso tra molte altre figure simili presenti nel mondo) come copertura propagandistica di un disegno che in realtà mira a ben altri scopi di dominio economico e geopolitico. Assoluto disprezzo per organizzazioni internazionali, leggi, alleati, amici e ogni altra cosa vissuta come diaframma che possa frapporsi al proprio interesse imperiale. Una simile arroganza supportata da una così spaventosa e annichilente ipertrofia tecnologica e di condizionamento globale, in una situazione di quasi generale asfissia democratica e da parte di un presidente neppure regolarmente eletto, desta enorme inquietudine sul futuro del nostro pianeta, qualunque sia l’esito di questa guerra, e non promette niente di buono a nessuno (americani compresi).
Per questo, anche se non sono genericamente pacifista, partecipo anch’io in questi giorni alle manifestazioni contro la guerra e ho esposto alla mia finestra la bandiera della pace.
Brav Muresc, meglio tarde che mmaie.