Siamo sempre stati separati. Secondo quadro: Nella stanza della signora anziana: Il Sud

di Sarah Kéryna

traduzione di Andrea Raos

– Oh! Era tanto tempo fa!
Era di notte.
Era di notte in treno.
Oh! Quanto durava!
La prima volta era…
Oh! dovrei ricordarmi!
Millenovecento…
– Dopo la guerra o prima della guerra?
– Eh?
– Era dopo la guerra o prima della guerra?
– Dopo.
– E com’era?
– La guerra del 45?
– No, quando sei arrivata nel Sud, la prima volta?
– Ah, che ho visto il Sud?
– Sì.
– Ooh! ero entusiasta!
Ooh! ho detto: “Che tempo!”

Lasciavo Parigi, pioveva,
come sempre.

(È raro, eh, quando si va a Sud
che non piova a Parigi. È molto raro.)

Ooh!
e poi erano le nove di sera, c’era un tepore fuori,
ma un tepore, un tepore!

Mi dicevo, è… insomma, è un paese da sogno!

Per me, all’epoca, era così.
Divagavo un po’.

– Hai visto degli aranci?
– Sì, ho visto gli aranci,
e poi erano in fiore
quando sono arrivata.

Doveva essere verso giugno,
più o meno,
erano in fiore.

Ooh!E poi, che profumo!
Ah! ero entusiasta!
Ero stregata.

E poi il mare.

(d’un tratto)

Cos’è che fa rumore?

– Non toccare il microfono!
– Ah, sì! Ah, è il microfono? Non bisogna toccarlo?
– No, è meglio di no.
– È delicato? Costa tanto?
– Questo sì, questo apparecchio qui, sì.
– È suo?
– Sì.
– Non bisogna rovinarglielo.
– Beh no, no ma sta’ attenta.
– Quand’è che lo vedi?
– Stasera.
– Stasera?

Indice

2 COMMENTS

  1. Apprezzo molto questo dialogo perché non è artificiale. Lo stile sembra conciso, ellitico. Cosi basta evocare in qualche caratteristica il Sud.
    Per esempio, “il mare”…
    Allora scorgo il mare Mediterraneo mite e tranquillo, un po’ come un volto familiare; nulla a che vedere con l’Atlantico selvatico.
    ” Il tepore” è la prima sensazione che mi accoglie : una boccata d’aria carezzevole.
    E poi la chiarezza alta che culla. I signi del paesaggio annunciano che sono tornata a casa, prefigurano l’amore di mia madre.
    Il dialogo lascia indovinare che l’entusiasmo della signorina anziana è ravvivato dal ricordo.
    Grazie, Andrea, per la bella traduzione. Mi piace sempre leggerti.

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Andrea Raos
Andrea Raos
andrea raos ha pubblicato discendere il fiume calmo, nel quinto quaderno italiano (milano, crocetti, 1996, a c. di franco buffoni), aspettami, dice. poesie 1992-2002 (roma, pieraldo, 2003), luna velata (marsiglia, cipM – les comptoirs de la nouvelle b.s., 2003), le api migratori (salerno, oèdipus – collana liquid, 2007), AAVV, prosa in prosa (firenze, le lettere, 2009), AAVV, la fisica delle cose. dieci riscritture da lucrezio (roma, giulio perrone editore, 2010), i cani dello chott el-jerid (milano, arcipelago, 2010) e le avventure dell'allegro leprotto e altre storie inospitali (osimo - an, arcipelago itaca, 2017). è presente nel volume àkusma. forme della poesia contemporanea (metauro, 2000). ha curato le antologie chijô no utagoe – il coro temporaneo (tokyo, shichôsha, 2001) e contemporary italian poetry (freeverse editions, 2013). con andrea inglese ha curato le antologie azioni poetiche. nouveaux poètes italiens, in «action poétique», (sett. 2004) e le macchine liriche. sei poeti francesi della contemporaneità, in «nuovi argomenti» (ott.-dic. 2005). sue poesie sono apparse in traduzione francese sulle riviste «le cahier du réfuge» (2002), «if» (2003), «action poétique» (2005), «exit» (2005) e "nioques" (2015); altre, in traduzioni inglese, in "the new review of literature" (vol. 5 no. 2 / spring 2008), "aufgabe" (no. 7, 2008), poetry international, free verse e la rubrica "in translation" della rivista "brooklyn rail". in volume ha tradotto joe ross, strati (con marco giovenale, la camera verde, 2007), ryoko sekiguchi, apparizione (la camera verde, 2009), giuliano mesa (con eric suchere, action poetique, 2010), stephen rodefer, dormendo con la luce accesa (nazione indiana / murene, 2010) e charles reznikoff, olocausto (benway series, 2014). in rivista ha tradotto, tra gli altri, yoshioka minoru, gherasim luca, liliane giraudon, valere novarina, danielle collobert, nanni balestrini, kathleen fraser, robert lax, peter gizzi, bob perelman, antoine volodine, franco fortini e murasaki shikibu.